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Zola incontra l’uomo che voleva sequestrarlo: “La sua dolcezza lo ha salvato”

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Carlo Roscito

Una storia incredibile che risale al lontano 1994: Fabrizio Maiello aveva studiato un piano per rapirlo e chiedere il riscatto al Parma, club in cui “Magic Box” militava 30 anni fa. Poi l’autografo inaspettato per merito del suo saluto…

Una storia che ora si può raccontare con il sorriso grazie a un pentimento nel momento cruciale. Fabrizio Maiello, a 30 anni di distanza, ha incontrato Gianfranco Zola, ex calciatore che tentò di sequestrare nel lontano 1994. Il rapimento non andò a buon fine per un ripensamento all’ultimo da parte dell’uomo. Un cerchio che si è chiuso con un incontro tra “Magic Box”, ex fantasista di Napoli, Parma, Chelsea e Cagliari, e l’uomo che lo stava per rapire.

Gianfranco Zola ha incontrato Fabrizio Maiello, l’uomo che 30 anni aveva studiato il suo sequestro per poi chiedere il riscatto al Parma, club in cui giocava nel 1994 (Ansa Foto) – Notizie.com

Fabrizio Maiello, che all’epoca era un criminale latitante, ha chiesto scusa in lacrime per quel tentativo di sequestro. Nel 1994 aveva bisogno di soldi per finanziare la propria latitanza, per questo motivo aveva studiato e orchestrato il sequestro di Gianfranco Zola, che in quegli anni militava nel Parma, una delle migliori squadre della Serie A, ricca di campioni e caratterizzata dalle “sette sorelle”.

Maiello racconta: “Avevo la pistola dietro la schiena, il suo saluto mi lasciò di sasso e chiesi l’autografo”

Gianfranco Zola in carriera ha vestito le maglie di Napoli, Parma, Chelsea e Cagliari (Ansa Foto) – Notizie.com

L’idea era stata quella di rapirlo per poi chiedere il riscatto al club gialloblù: “Ero latitante, era autunno. Dovevo rapire Gianfranco Zola per poi chiedere il riscatto al Parma“, ha rivelato l’uomo all’Unione Sarda. “Eravamo in quattro su due auto, lo seguivamo in autostrada e pensavamo di speronarlo. Poi però si è fermato a fare benzina. Avevo la pistola dietro la schiena e gli sono andato incontro. Ho incrociato il suo sguardo e con dolcezza ci ha detto: Ciao ragazzi!’. Mi ha disarmato… Invece di rapirlo gli ho chiesto un autografo che mi ha fatto sulla carta d’identità”.

Maiello ha chiesto e ricevuto il perdono di Zola e adesso è un uomo nuovo: gira per le scuole per raccontare la sua esperienza, mostrando ai ragazzi come una persona può rialzarsi dai suoi errori, “dimenticando” il proprio passato. Lui che veniva definito “il Maradona delle carceri”, visto che in prigione aveva dimostrato le sue abilità con il pallone, avendo giocato fino a 17 nel settore giovanile del Monza.

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Carlo Roscito