L’ex Sindaco di Roma ed ex segretario del Pd torna a parlare di politica dopo tanto tempo e a Repubblica spiega: “Nel 2024 abbiamo elezioni importanti
Non parlava da tempo di politica, anzi per la verità ha scritto e fatto interviste ma parlando di cinema e soprattutto di sport, mai si è avventurato dicendo la sua del mondo politico e della politica attuale, eppure è stato il suo di mondo per tanti anni essendo stato, oltre Sindaco di Roma, anche ministro e vice-presidente del Consiglio, nonché segretario di uno dei partiti italiani più importanti, come il Pd. Ora Walter Veltroni è tornato a dire la sua e ha scelto Repubblica, il giornale dove ogni tanto scrive bellissime interviste, ma stavolta a parlare è lui e comincia con un “in Italia siamo specialisti nel parlare d’altro“. Dice anche che il dibattito pubblico ha la capacità di non concentrarsi mai sui grandi temi che dovrebbero far parte del futuro del nostro paese: “Il dramma di questo tempo storico è la crisi della democrazia. Si dà per scontato un bene che non lo è più. La democrazia è una eccezione nella storia dell’umanità, una conquista dolorosa e faticosa, figlia di una stagione di lotte per la libertà, di trasformazioni e di crescita della ricchezza. Oggi è sotto assedio“.
Per Veltroni la democrazia, se si va avanti di questo passo, rischia di non essere considerata e quasi andare in archivio, non proprio una cosa meravigliosa, almeno secondo l’ex segretario del Pd che insiste e nel suo voler parlare prosegue nella sua riflessione: “Secondo i rapporti internazionali, già ora il 37 per cento della popolazione mondiale vive in una condizione di autoritarismo. Non si può non vedere che il segno dell’epoca è dato da queste forme di apparente democrazia, le cosiddette democrature. Paesi in cui si vota ma si assiste a una riduzione del potere nelle mani di un singolo, come in Russia. Nel 2024 sono previste elezioni importanti. Al termine dell’anno potremmo avere un equilibrio politico sconvolto“.
“Per Trump tornare alla Casa Bianca è una vendetta e con lui l’Ucraina…”
Della Meloni ne apprezza la chiarezza, anche se ammette che la “riforma del Premierato” non gli piace, almeno per “come è formulata“, ma quello che sta seguendo con un pizzico di apprensione e la cavalcata di Trump: “Considera una vendetta il suo ritorno alla Casa Bianca, vuole allentare il suo impegno verso l’Europa fino a mettere in discussione il ruolo degli Usa nella Nato, si propone di abbandonare l’Ucraina al suo destino e di mettere in atto la più grande deportazione di migranti mai vista. Cosa ne è dell’Europa in un mondo dove gli Usa si ritraggono e si chiudono in se stessi? Trump, Bolsonaro, Milei. Non per caso tutta gente che non accetta o, nel caso di Milei non avrebbe accettato, un esito elettorale diverso dalla propria vittoria. Una forma di sovversivismo delle classi dirigenti“.
Il problema è che una vittoria di Trump potrebbe creare dei dissesti in Ucraina, con il serio rischio che gli americani abbandonino del tutto Zelensky al suo destino, anche se in quel caso bisognerà vedere come si comporterà l’Europa, ma per Veltroni è una cosa da seguire con molta attenzione e un po’ di timore, almeno è quello che fa capire dalle sue parole: “Purtroppo esiste un populismo di sinistra, definizione che considero in sé un ossimoro. Se vince Trump, la guerra in Ucraina finisce sì, ma con la vittoria dell’invasione di Putin. Ci sarà meno determinazione contro Hamas e Netanyahu avrà più mano libera di quanta ne abbia oggi…”.