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Roma, Friedkin al passo d’addio? La possibile svolta societaria

Published by
Daniele Magliocchetti

La proprietà americana non appare più convinta come prima nel guidare la società giallorossa, ma, in caso di cessione, di sicuro non svende e vuole guadagnarci

I Friedkin al passo d’addio? Ancora no. Per ora. Ma qualcosa si muove davvero, nonostante le smentite di rito. Qualcosa c’è, poi che siano arabi, soggetto o persona fisica, o un fondo (più verosimile) dell’Arabia Saudita o del Qatar, si vedrà. Qualcuno che ha messo gli occhi sull’As Roma c’è, eccome, ma non è certo il primo. E riguardo ai nomi o associazioni su Totti o Malagò o altri soggetti di cui tanto si sta parlando in queste ore, non sarebbero mai stati contemplati, almeno in questa fase iniziale. Ma andiamo con ordine. Roma è una città grande, grandissima, una metropoli conosciuta e ammirata in tutto il mondo. Capita che ci si può anche perdere, ma in alcune situazioni, è una città che può diventare piccina, quasi come un paese e, quello che sembra lontano anni luce, diventa in un istante più vicino, più chiaro. Come il progetto dei Friedkin che non è più quello di qualche anno fa, deciso e forte nel resistere e nel costruire, tentando di creare una società più solida e forte. Gli scricchiolii sono sempre più forti e la pazienza si sta esaurendo. Quanto accaduto con Mourinho, l’esonero improvviso, ha creato un bel terremoto, ma sembra che la terra tremasse sotto i piedi di Dan Friedkin già da qualche tempo, mesi per la precisione. Già perché lo stadio, uno dei motivi per cui gli americani si sono così interessati e tanto avvicinati alla Roma, sta diventando una chimera. Un inter quasi impossibile da seguire e soprattutto da controllare.

Dan e Ryan Friedkin i proprietari della Roma (Ansa Notizie.com)

Gli americani hanno investito e continuano a investire milioni e milioni di euro, ma tanto di questo denaro, invece di fruttare, è quasi scomparso. Non buttato dalla finestra, ma quasi. Ed è da questi continui ragionamenti che la proprietà sta facendo da mesi che non è così tanto sicura di proseguire, insistendo negli investimenti. Sono americani, sono stati contenti all’inizio di essere stati coinvolti in questo investimento dac alcuni importanti mediatori italiani e internazionali, ma le promesse erano altre, come quella di poter avviare seriamente il progetto stadio dopo due anni dall’insediamento, ma ne sono passati quasi quattro di anni e fino adesso non si è mossa paglia, o quanto meno, quelle che si sono mosse, non hanno portato a niente di concreto.

Nessuna due diligence, ma interessanti manifestazioni d’interesse: voci sul Fondo Pif e sulla Qatar Islamic Bank

Il presidente Friedkin e Mourinho durante la vittoria della Conference League (Ansa Notizie.com)

Sono americani che sanno fare investimenti e li sanno fiutare, non sono stupidi, la burocrazia e la politica non hanno aiutato anzi complicato ulteriormente le cose, nonostante le promesse dal mondo politico stesso. E qualche mese fa, tra aprile e maggio circa, al primo avvicinamento di intermediari per sondare il terreno, la risposta è stata immediata: no grazie. A distanza di qualche mese però quel “no grazie” si è trasformato in un “vediamo di cosa si tratta“. La lunga premessa è d’obbligo proprio perché i Friedkin che avevano speso tanto non solo in termini economici, ma anche di passione si sarebbero spazientiti e se ci fosse qualcuno pronto a sorprenderli, loro si metterebbero a parlare. Anzi, per la verità, nonostante le smentite, lo stanno facendo, ma non direttamente.

La Roma, e non è la prima volta, i passaggi di mano da prima di Pallotta ai Friedkin ne sono la dimostrazione, è una società che incuriosisce e fa gola, anche e parecchio al mondo finanziario arabo. Non è un mistero che i fondi vogliano mettere mani e piedi nella Serie A italiana, ci stanno provando da anni, ma adesso, con l’arrivo del governo di centro-destra investire in Italia pare sia molto più semplice e molto più redditizio. Diversi fondi hanno iniziato a interessarsi da mesi alle industrie italiane e il calcio è un veicolo assai rapido per entrare nelle grazie della gente, anche per questo tanti si stanno e si vogliono avvicinare. Non si ha alcuna certezza in questo, ed è bene chiarirlo, anche perché sono trattative riservate e ad alto livello, ma Roma, come si diceva prima, a volte può essere un paese e qualche voce che circola da settimane riguarderebbe il signor Jassim Bin Hamad Al Thani, l’omonimo del proprietario del Paris Saint-Germain,  che col Psg non c’entra nulla, ma è che il presidente della Qatar Islamic Bank e sta cercando da mesi un ingresso nel mondo del calcio. La Roma, e lo stadio sarebbe importante ma non fondamentale, avrebbe attirato anche il loro interesse, oltre che quello dell’Inter. Non solo. Stesso discorso per un fondo famoso come il Fondo Pif, che controlla l’Al-Ittihad, l’Al-Ahli, l’Al-Nassr e l’Al-Hilal, è molto interessato a fare il suo ingresso nel calcio italiano, e anche in questo caso, la Roma sarebbe stata sondata, ma, sia ben chiaro, non direttamente con i Friedkin, anche se gli americani stessi saprebbero di questa manifestazione d’interesse, per ora solo d’informazione e niente di più. Da qui a dire che ci sia una trattativa con questi soggetti, ce ne passa eccome, anche perché non c’è nulla, ma i Friedkin davanti a proposte che vanno sopra il miliardo e mezzo o giù di lì sono pronti a parlare pure per arrivare a qualcosa di meno, ma di sicuro di più dei quasi 900 milioni di euro fino ad ora investiti. C’è da stare attenti e osservare le mosse nelle prossime settimane. Può succedere tutto e stravolgere ogni cosa oppure restare così com’è. Nel calcio, soprattutto nel mercato, succede spesso, figuriamoci davanti a cessioni di società, dove al momento non c’è nulla di veramente concreto. Almeno per quanto risulta.

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Daniele Magliocchetti