Il ministro degli Esteri e vice-premier non prende benissimo le parole del segretario del Pd sul rifornire Tel Aviv: “Abbiamo bloccato ogni cosa da tempo”
Aprire bocca, dare fiato e far uscire cose senza senso e senza informarsi bene, così tanto per mettere in giro una cosa che non è vera e che all stesso tempo crea distrazione e qualche malumore di troppo. Sembra essere questo l’avviso che il Ministro degli Esteri Antonio Tajani rivolge alla segretaria del Pd Elly Schlein, la quale ha affermato con certezza che “l’Italia dovrebbe evitare nuovi invii di armi ad Israele perché non si può rischiare che siano usate per crimini di guerra“. Ma Tajani al quotidiano Il Giorno replica stizzito e con eleganza: “E’ una affermazione basata su una cosa che non esiste, perché l’Italia ha interrotto dall’inizio della guerra di Gaza l’invio di qualsiasi tipo di armi a Israele. È tutto bloccato. Il periodo in cui sono state inviate più armi ad Israele è stato durante il governo Conte. Ma da quando sono iniziate le ostilità abbiamo sospeso tutti gli invii di sistemi d’arma o materiale militare di qualsiasi tipo. E quindi, Schlein parla di cose che non esistono. È pura propaganda. Al Partito democratico dovrebbero essere meglio informati“.
L’Italia, secondo Tajani, è sempre in prima linea e non si fa parlare dietro a chi sostiene il contrario, anche con l’eventuale invio di truppe a Gaza come forza di pace: “Intanto bisogna concludere la guerra e creare una amministrazione temporanea sotto l’egida delle Nazioni Unite, una missione che secondo me dovrebbe essere guidata da un Paese arabo. In questo quadro, se ci verrà chiesto, noi siamo pronti a coinvolgere i nostri militari, in una missione di pace. Del resto, c’è la missione in Libano, c’è la presenza di Carabinieri a Gerico, in Cisgiordania. L’Italia ha una buona conoscenza dell’area”.
Tajani crede tantissimo in questa strategia che sta adottando il governo, per questo porta avanti una strategia chiara da tempo: “Dopo la guerra dobbiamo dare vita a uno Stato palestinese che riconosca Israele e che sia riconosciuto da Israele. A questo mi riferisco: nella fase di transizione una delle ipotesi è avere una presenza di forze delle Nazioni Unite che garantiscano pace e stabilità”. Concetti e manifestazioni che vorrebbero tutti, ma non sono facili da concretizzare e soprattutto realizzare in tempi altrettanto brevi.
Novità sono in arrivo sul traffico marittimo in Mar Rosso, ma anche qui Tajani taglia corto e spiega la posizione del Governo: “Il governo è unito nel difendere l’interesse nazionale e l’obiettivo è unire i Paesi europei sulla nostra proposta di creare una nuova missione marittima europea. Una missione che dovrà proteggere la libertà di navigazione e il traffico marittimo essenziale per i nostri porti e il nostro export.