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Remo Girone: “Molti intellettuali sono di sinistra…ma non sempre siamo contenti di quello che la sinistra fa”

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Francesco Spagnolo

Remo Girone in esclusiva ai nostri microfoni: “Il cinema è sempre stato di appannaggio della sinistra. Io mi ricordo di Alberto Sordi che era democristiano”.

La sigaretta sempre accesa, la voce roca, profonda, inconfondibile. Quella di Tano Cariddi nella Piovra, ma non solo. Perché Remo Girone, attore tra i più bravi ed apprezzati nel nostro Paese, ha una carriera lunga, è importante. Il teatro prima, durante e dopo il cinema e le serie televisive che lo hanno reso celebre al grande pubblico.

Remo Girone in esclusiva ai nostri microfoni – Notizie.com – © Ansa

Oggi Remo Girone era alla Camera dei deputati per presentare lo spettacolo teatrale Wiesenthal, il cacciatore di nazisti. Notizie.com lo ha incontrato fuori da Montecitorio e con Remo Girone, abbiamo parlato di cultura di destra e di sinistra. Anche alla luce del caos scoppiato in seguito alla nomina del nuovo direttore del Teatro di Roma.

Senza entrare nello specifico di una vicenda che sta dividendo in questo momento non solo la città di Roma ma anche la politica nel centrodestra come nel centrosinistra, soprattutto il Partito Democratico, stiamo parlando delle nomine al Teatro di Roma. Ripeto non entriamo nello specifico della situazione, però c’è un balletto continuo. Quando governa la sinistra si dice dice la destra che è tutto ad appannaggio della sinistra e la stessa cosa pare stia accadendo adesso. Addirittura ci sono una serie di intellettuali che hanno sottoscritto un documento pubblico per dire che si è trattato di occupazione abusiva. Le voglio chiedere, dall’alto della sua esperienza, se siamo nella stessa situazione di sempre.

Guardi, la cultura in Italia, anche il cinema, per esempio, è stato sempre appannaggio della sinistra. Io mi ricordo di Alberto Sordi che era democristiano. È sempre stato democristiano, faceva i suoi film. Lui diceva che loro, i democristiani, avevano trascurato il settore cinema, non se n’erano occupati… Non che non ci siano intellettuali di destra, secondo me ci sono. Il mondo dello spettacolo è stato sempre appalto della sinistra, molti intellettuali sono di sinistra, noi attori siamo quasi tutti di sinistra e, però non è vero che che siamo contenti di quello che ha fatto la sinistra. Ad esempio sul Teatro Valle”.

Questione annosa!

Era il teatro più bello della città di Roma, molto più bello dell’Argentina, con il tram che passa lì davanti, che è un carrozzone“.

Ecco, lei diceva del Teatro Valle però anche lì è scesa in campo per diverso tempo solo una fazione politica.

E’ stato occupato, il teatro è stato occupato! Ma non era legato al PD, era un’occupazione forse più a sinistra del PD, e quindi non è stato fatto niente per tanti anni. L’unica cosa che interessa a noi attori, a noi gente che lavora e che cerca di incontrare il pubblico, è che i teatri funzionino. Le racconto un aneddoto: io avevo ricevuto durante la gestione Barberio Corsetti un’offerta per fare uno spettacolo. Uscivamo da due anni di Covid, ma mi volevano dare la paga che prendevo dieci anni fa. Dico, tu sei un ente statale, sei un ente comunale, sei un ente pubblico e dopo che gli attori sono stati fermi quattro anni senza lavoro, li devi pagare di più, non approfittartene. Ho lavorato una sola volta con una produzione del Teatro di Roma, ed era zio Vania con la regia di Peter Stein. Lo spettacolo aveva un enorme successo, però a causa q del sistema dei teatri stabili, noi siamo potuti rimanere a Roma 15 giorni solamente, e poi siamo dovuti partire, perché arrivava il nuovo spettacolo. Siamo sempre in giro, facciamo debutti, facciamo tante cose ma nessuno ha mai risolto questa situazione!”.

Intervista a cura di Luigia Luciani

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Francesco Spagnolo