“Non ho ancora deciso, penso che deciderà all’ultimo, quando si formano le liste”.
Giorgia Meloni ha fatto sapere che non ha ancora sciolto la riserva su un’eventuale candidatura alle elezioni europee. Ospite di Nicola Porro, la premier ha sottolineato che non teme di misurarsi con l’elettorato: “È l’unico elemento che conta per me”.
La premier ha però specificato che in caso di vittoria si dimetterebbe da europarlamentare: “I cittadini che dovessero votare per una Meloni che si candida in Europa, sanno che non ci va, ciò non toglie che se vogliano confermare o confermare un consenso, anche quella è democrazia. Per me potrebbe essere importante verificare se ho ancora quel consenso”.
Una prova quindi. Se venisse eletta in Europa resterebbe comunque la presidente del Consiglio italiano. Ma come cambieranno i sondaggi se si candidasse? Lo abbiamo chiesto in esclusiva al famoso sondaggista Renato Mannheimer.
Dottor Mannheimer, Meloni verrebbe eletta in Europa?
“Con la candidatura di Meloni, probabilmente Fratelli d’Italia avrebbe più voti. Penso che lei possa essere un fattore di attrazione per preferenze provenienti anche da elettori di altri partiti. Prima di tutto del centrodestra, ma anche quelli di centro. Meloni ha una forte popolarità e attira molti voti”.
Dovrebbe scegliere se restare premier o andare in Europa.
“Lei ha già detto che si dimetterebbe subito da europarlamentare, non può tenere le due cariche”.
Certo, lo ha dichiarato. Ma la scelta di candidarsi solo per testare l’elettorato avrebbe conseguenze?
“In passato lo hanno fatto in tanti, anche Berlusconi. In Italia non succede niente, ma certo, è un’operazione che può essere criticata dagli elettori”.
Cosa dicono i sondaggi?
“Dai nostri sondaggi emerge che il plauso supera le critiche. L’unico problema che avrebbe è quello di mettere in evidenza uno squilibrio nei confronti dei suoi alleati. Potrebbe penalizzare Forza Italia e Lega e provocare frizioni in maggioranza. Ma Meloni questo l’ha sicuramente messo in conto”.
In un recente sondaggio di Swg, Fratelli d’Italia è in calo insieme a Lega e Pd. Conferma? Se sì, ha a che fare con le elezioni regionali ed europee?
“Per la verità questi cali e crescite sono sempre di piccoli punti percentuali e variano di settimana in settimana. Il calo di FdI è determinato sicuramente dalla grossa crescita che ha avuto in precedenza. Certo, tutto influisce sull’elettorato: sia la vicenda delle regionali, sia tutte quelle che accadono in Italia. Ma non darei conto a queste tendenze che sono così basse e per ora non hanno significato. Vedremo nelle prossime settimane”.
Se le previsioni si sbagliassero e Meloni non stravincerebbe alle europee? È un rischio per il partito?
“Sarebbe un grave problema per lei, ma mi sembra improbabile. Potrebbe avere delle problematiche sia nei rapporti con gli alleati di governo che in relazione all’elettorato italiano. Comunque andrà, potrebbe portare reazioni da parte di Lega e Forza Italia”.
Quali?
“Forza Italia e Lega potrebbero essere irritati se vincesse di molto e ringalluzziti se perdesse. Ma la probabilità che perda voti è veramente difficile. Al massimo prenderà i voti che ha adesso che sono già tanti”.