Il leader di Italia Viva attacca la presidente del Consiglio Meloni accusandola di censurare chiunque voglia parlare della vendita di quote di aziende pubbliche e non
Matteo Renzi attacca Giorgia Meloni. Non fa sconti, il leader di Italia Viva (e direttore del Riformista) su come il Governo tratta le privatizzazioni dello Stato e anche, in qualche modo, quelle degli altri. Verrebbe quasi da dire, da che pulpito, visto che anche lo stesso Renzi è stato presidente del Consiglio e anche lui, durante il suo incarico, ha avuto il suo bel da fare con le privatizzazioni e soprattutto sul modo di parlarne e trattarne, soprattutto con i diretti interessati. Ma si sa in politica e anche quando si sta al Governo, è piuttosto normale.
In Italia, a maggior ragione, magari in altri paesi la cultura da questo punto di vista è meno appariscente e, verrebbe quasi da dire, altalenante e “alternante”, almeno nelle polemiche di chi c’è stato prima rispetto a chi c’è adesso. E così il buon Renzi, dall’alto della sua esperienza, mentre parla al quotidiano La Stampa, fa un resoconto per quello che ha visto e notato col question time in Parlamento dove il presidente del Consiglio ha risposto ai temi dell’attualità, dicendo anche quello che si sta facendo su altri fronti, come le privatizzazioni. Appunto. “Ho notato una Meloni un po’ in difficoltà e un po’ nervosa…“, l’osservazione del deputato e del direttore del Riformista Matteo Renzi.
Matteo Renzi comincia la sua requisitoria, attaccando a testa bassa il Governo sulle privatizzazioni e su come vengono trattate, sia dal punto di vista della comunicazione, ma anche e soprattutto dal lato economico. “Credo che non sia tanto credibile sulla materia finanziaria questo governo”, le parole del leader di Italia Viva che non vede di buon occhio il modo di entrare nelle strategie aziendali, come ha fatto la Meloni con Stellantis.
Per Renzi non si può fare una cosa del genere, anche perché, a suo dire, qualora sia la decisione, non può sapere il Governo se questa decisione di spostare in parte la produzione possa rivelarsi anche un vantaggio per l’Italia, oltre che per la stessa azienda, ma poi non condivide il modo di esternare il suo disappunto attaccando Repubblica e La Stampa, proprio in virtù del fatto che sono due giornali che fanno parte dell’universo Gedi, quindi Elkann, quindi Stellantis. Per Matteo Renzi è quasi una censura vera e propria.