Parla il vice-ministro dell’Economia e spiega quello che l’opposizione contesta sui novi metodi per trovare i soldi dai contribuenti
“Mi sembra di assistere a un film di fantascienza, e mi stupisce il fatto che rappresentazioni sbagliate arrivino anche da addetti ai lavori o presunti tali“. Le parole sono così, come le ha dette lui al Sole24Ore, senza tralasciare o togliere una virgola e un pensiero, e si tratta di una persona seria che, se si esprime così, vuol dire che ne ha sentite di cotte e di crude. Si tratta del viceministro all’Economia Maurizio Leo che non ce la fa più a sentir parlare in un determinato modo di quello che ha deciso di fare il Governo su come recuperare i soldi da tanti contribuenti. Il Fisco deve essere un alleato, non un nemico e quando ascolta soprattutto l’opposizione far passare dei concetti come quelli del condono o robe simili, non ce la fa più. Ha il dente avvelenato, Leo e si vede. E si sente soprattutto.
Per Maurizio Leo il problema nasce da quello che si dice sul concordato preventivo per le partite Iva dopo che c’è stata l’approvazione definitiva nel consiglio dei ministri della scorsa settimana. Un concetto che non vuole che passi, ovvero che ci sia una specie di teorema “secondo cui il concordato sia un aiuto agli evasori”, un modo di ragionare falso e sono i numeri a dimostrarlo.
Le idee ci sono e anche tanta volontà da parte del ministero dell’Economia, ma l’importante è e sarà l’atteggiamento. La nuova formula è cercare di trovare chi evade e cercare di capire perché evade e trovare una soluzione che accontenti lo Stato e il contribuente. L’atteggiamento, insomma, non deve essere intimidatorio, ma di aiuto e sostegno in modo tale che chi deve pagare le tasse lo faccia e si abitui a farlo, in modo tale che tutti siano d’accodo e contenti della soluzione trovata. Da qui il nome di “concordato“, anche per questo il vice-Ministro Leo si arrabbia quando sente parlare di “condono”.
“Non esistono condoni, ma un modo nuovo di interfacciarsi con le persone, per cercare di far pagare perché è giusto farlo“, sostiene Maurizio Leo, poi ci sono coloro che non pagano a prescindere e con questi soggetti, il governo sarà meno tollerante. Ed è anche giusto che sia così.