Il ministro dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare parla durante la presentazione per la campagna di promozione della frutta in guscio italiana
Agricoltori, made in Italy e l’Europa. Il Ministro dell’Agricoltura e Sovranità Alimentare Francesco Lollobrigida era presente alla Sala Giulio Onesti del Coni dove si presentava la campagna di promozione della frutta in guscio italiana. Una scintilla per il ministro che insieme al collega dello Sport Andrea Abodi hanno celebrato il connubio con la nazionale di rugby. L’occasione ha fatto in modo che il ministro parlasse di un tema di cui si sta discutendo in Europa, con l’onda di protesta che sta arrivando in Italia. “La protesta degli agricoltori? I nostri hanno avuto un abbattimento del reddito progressivo ed è anche per questo che oggi ci sono dei segnali di esasperazione che derivano da anni e anni di scelte scellerate, tra cui quella di diminuire la produzione a fronte di un consumo invariato che è un assurdo in termini, eppure l’Europa ha fatto una scelta di questa natura. È una scelta folle e senza senso”.
Il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida ha cecato di spiegare meglio il suo concetto legato agli agricoltori e alla protesta che stanno portando avanti anche in relazione a quello che succede da qualche tempo a questa parte in Europa: “Da quando c’è questo governo noi in Europa non siamo più andati a dire: ‘diteci quello che dobbiamo fare noi lo facciamo’ ma a contribuire a una modifica dell’approccio dell’Europa”, tanto da aggiungere con soddisfazione e orgoglio “quando l’Italia c’è, riesce a influenzare le scelte dell’Ue”.
“Sono in contatto sempre con tutte le associazioni agricole con le quali facciamo approfondimenti giornalieri, abbiamo raggiunto tanti risultati, il ministero dell’Agricoltura ha un peso, all’interno del governo, maggiore rispetto al passato. Questo governo ha immesso risorse in maniera ben diversa rispetto al passato”, ha proseguito.
“Quello che emerge è che sono stati marginalizzati gli agricoltori che vogliono vivere del loro lavoro e della propria terra e questo significa libertà e forse dà fastidio a qualcuno. L’idea di dare i sussidi a chi smette di coltivare è tenerli agganciati a una catena”, ha aggiunto