Il noto attivista spiega al Foglio tutto quello che è successo e sta succedendo su una norma che vorrebbe inserire e fa discutere
Una questione delicata, il fine vita. Per Marco Cappato che da anni porta avanti questa battaglia sicuro, anche se quanto accaduto una decina di giorni fa in consiglio regionale veneto l’ha fatto riflettere non poco. Più che altro perché, per l’ennesima volta, proprio quando c’era un governo, seppur regionale, che stava cercando di creare una norma per regolamentare o quanto meno per rendere la situazione più chiara, tutto è naufragato. E quello che fa più male all’attivista è stato che il no è arrivato da una persona che fa parte della sua stessa ideologia, i Dem. E sulle spiegazioni che sono state date, un po’ sorvola, un po’ non riesce a credere che sia accaduto davvero. O meglio, quando la toppa è peggio del buco.
Già perché è stata proprio una consigliera del Pd a far cadere e naufragare del tutto la legge sul fine vita in Veneto. La stessa politica che è stata poi viene degradata dai suoi stessi dirigenti. Ma era proprio quello che voleva evitare Cappato, ossia che di “questa vicenda politica rischia di distogliere l’attenzione dal vero tema“, osserva al Foglio l’attivista, ossia cosa deve realmente fare un partito su un tema del genere così delicato e profondo, risolvere o creare ancora più confusione. Ed è questo quello che non ha accettato e non accetta l’attivista civico e anche tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni.
Per Marco Cappato è stata quasi una doppia sconfitta, dalla quale riprendersi non è proprio semplice anche perché, e qui la lezione gli arriva diretta anche a lui, chi si è dimostrato sensibile e desideroso di risolvere un problema serio è stato il Governatore del Veneto in persona, quel Luca Zaia che, spesso e volentieri, è stato bistrattato, sul tema anche dal suo stesso partito e soprattutto leader come Mattei Salvini. “Se i politici vogliono impegnarsi lottando davvero al nostro fianco, sono i benvenuti, altrimenti lasciano stare, che è meglio”, ha detto Marco Cappato.
Dopo i silenzi di Letta di qualche anno fa, che l’hanno deluso parecchio, ora si aspettava qualche presa di posizione in più dalla segretaria Schlein, una nuova progressista che, sul tema specifico, è sempre stata abbatanza netta e chiara, ma non questa volta. “Dire e far capire che abbiano punito la Bigon per pulirsi la coscienza è eccessivo, ma non è stato carino…”, dice l’ex radicale che invece, quasi con sua stessa sorpresa, fa i complimenti al Governatore Luca Zaia, omaggiandolo, con un “lui sì che si è speso in prima persona, ha spinto sui contenuti e fatto tutto il possibile sul piano normativo“. Che sia un esempio, almeno per Cappato che sta provando a far approvare questa normativa in altre Regioni.