Il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica chiarisce al Sole24Ore quanto sta accadendo nel Mar Rosso e se ciò influirà sull’economia
Calmo, rilassato ma determinato e desideroso di portare avanti tutti i progetti che ha in mente e che a breve vuole realizzare perché ci tiene e perché ha lavorato tanto per mettere in ordine tutte le cose rilevanti all’energia rinnovabile e non. Certo la situazione nel Canale di Suez non aiuta, ma il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin è di natura ottimista e spiega: “Non ci sono problemi al momento di avere risorse e costi sull’energia, certo se le navi dovranno fare un percorso diverso in Mar Rosso, allora i fornitori potrebbero chiedere una maggiorazione, ma stiamo lavorando affinché ciò non accada“, le parole del ministro al Sole24Ore.
E’ attento alla situazione, come lo sono i suoi colleghi, vedi Crosetto e Tajani e sui possibili effetti che ci potrebbero essere sulla crisi in Mar Rosso e in Medio Oriente cerca di essere attento e di usare parole di prudenza, anche perché invita tutti a “continuare a vigilare con grande attenzione per essere attenti e non sorpresi da eventuali criticità“. Il ministro è pronto e lavora da tempo sulla realizzazione delle comunità energetiche rinnovabili, i Cer, anche perché è un progetto a cui tiene tantissimo, soprattutto dopo la pubblicazione del decreto in Gazzetta Ufficiale.
Per il ministro Fratin, la creazione delle comunità energetiche e le regole operative per le stesse Cer sono una sua priorità e del sua dicastero, tanto da affermare che “nel giro di quindici giorni potranno essere pubbliche“. Per il ministro è un passo avanti fondamentale per il paese Italia e per il mondo delle rinnovabili, un tema sul quale lo stesso Fratin non fa che spingere da mesi, anche da prima che diventasse il responsabile dell’ambiente.
Ancora un po’ per approvare il decreto, anche se durante il percorso parlamentare, ci sono stati dei correttivi per arrivare a ulteriori sconti, anche se su questo il ministro ci tiene a specificare che “il decreto è solo il primo passo“, ma poi c’è da fare altro come la realizzazione di porti e piattaforme per mettere in condizioni le aziende di poter rendere senza problemi e cominciare a lavorare nel migliore dei modi. C’è da osservare che chi si occuperà di queste cose e di realizzare le strutture che poi le userà, chiede dei sostegni da parte del governo. E anche qui il ministro non si tira indietro e spiega che da parte del governo e del ministero non ci sono certo chiusure su questo tema tanto da assicurare che è “evidente che tutto questo avrà bisogno di meccanismi di sostegno”