E’ la storia di una società di energia che dà elettricità alle persone che stanno soffrendo da due anni e adesso si sta evolvendo
Un prodigio della tecnica e della tecnologia. Ma anche della perseveranza e della voglia di continuare a lottare e vivere per un sogno. E’ la grande filosofia di un’azienda che nasce e produce in Ucraina e continua a farlo nonostante ci siano le bombe russe. E’ la storia della Dtek, la società ucraina che d luce ed energia, ma anche tanta speranza alla gente ucraina. A raccontare questo esempio di forza e coraggio, ma anche e soprattutto di produttività in un ambiente non proprio semplice è l’amministratore delegato Maksym Timchenko che dall’alto della sua esperienza e della sua voglia di continuare a lottare va avanti imperterrito a dare energia e anche tanta speranza.
Di sicuro non lo fa per la gloria, la Dtek, ma è altrettanto vero che è un’azienda che non può non rappresentare un esempio di grande forza. E anche di innovazione. Già perché lo stesso Ceo dell’azienda non nasconde che per sopravvivere sotto gli incessanti bombardamenti russi, si sono dovuti ingegnare non solo per continuare a produrre e a dare energia al popolo ucraino, ma anche per provare a costruire delle strutture che possano dare energia a basso costo e soprattutto costante, come le fonti di energia rinnovabili.
Non è una favola, ma una realtà. In Ucraina c’è questa azienda, la Dtek che è riuscita anzi sta riuscendo con tutte le difficoltà che possano esserci a costruire delle infrastrutture come gli impianti eolici per dare energia a basso costo e per di più costante e senza che ci siano interruzioni che è il grande dramma che può avere un paese sotto i bombardamenti. “Se le bombe hanno toccato e rovinato i nostri impianti? Certo che sì, ma ogni volta ci rialziamo e se c’è bisogno ci rimettiamo a costruire lì dove ci sono stati dei problemi, proprio per non lasciare senza energia le persone…“, assicura all’Economia del Corriere col sorriso il dirigente della Dtek Timchenko.
Ma non è tutto. Già perché la Dtek sta cercando anche di ampliare la sua struttura e n on è facile con i pochi soldi e le poche certezze che si possono avere dal punto di vista economico finanziario. Ed è anche qui che l’Europa sta dando una mano, anche se non si può dire che non sia un aiuto disinteressato. Tutt’altro. Perché i danesi, i belgi e anche i tedeschi, forse anche qualche azienda italiana stanno finanziando dei progetti sulle energie rinnovabili, ma ovviamente con dei tornaconti che dopo la guerra potrebbero fruttare miliardi di euro. Anche questa è la guerra. Da un lato la speranza di continuare a produrre energia per la gente, dall’altro il profitto anche e soprattutto durante una guerra così lunga e micidiale.