Nel corso di una intervista che ha rilasciato al ‘Corriere della Sera’ è intervenuto il presidente del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte
Uno degli argomenti che maggiormente viene affrontato nel mondo della politica è quello del rapporto tra il Partito Democratico ed il Movimento 5 Stelle. Ovvero, capire realmente come stanno le cose. Su questa vicenda ne ha parlato direttamente il numero uno dei pentastellati, Giuseppe Conte, ai microfoni del ‘Corriere della Sera‘. Una lunga intervista in cui ha risolto alcune vicende spinose e non solo. In breve l’ex presidente del Consiglio ha parlato di un “rapporto alla pari” con il partito guidato dalla segretaria Elly Schlein.
Successivamente ha lanciato comunque qualche frecciatina parlando di “riflesso condizionato” all’interno del partito dove avevano una vocazione maggiorata. Lo schema dei satelliti che giravano attorno a loro difficilmente funziona. Difende il suo partito dalle critiche ed accuse sul fatto che non vogliano favorire la nascita di nessuna coalizione. Alla fine dei conti, però, ha precisato che non si allineeranno con il Pd. Insomma, serve un chiarimento e una possibile intesa (se la si vuole) con il partito in questione che presenterebbe diverse “anime”.
Conte: “Pd? Serve chiarimento”
Queste sono alcune delle sue parole a riguardo: “Con il Pd bisogna che ci intendiamo. Per presentare un domani un progetto serio e credibile va approfondito il confronto oggi. Dobbiamo scacciare l’ipocrisia: non possiamo nasconderci le differenze, anzi proprio su queste serve un chiarimento. E soprattutto non si può chiedere certo al Movimento di abbandonare quella forza propulsiva che da oltre 10 anni sta cambiando il Paese. Noi siamo questo“.
Un chiaro messaggio ed invito, quindi, al Partito Democratico ed alla Schlein su cosa vogliano fare. In conclusione non poteva non mancare un suo pensiero su un altro tema scottante come quello relativo al salario minimo. Anche su questo, però, le idee tra i due partiti sono decisamente diversi. L’obiettivo è quello di poter mettere un “mattone” per l’alternativa alla premier Giorgia Meloni che si preoccuperebbe degli “amichetti” ma che non si porrebbe alcun problema nei confronti di coloro che guadagnano “4 euro l’ora”.
Le altre battaglie che vogliono affrontare i pentastellati sono quelli relativi al conflitto di interesse e sulla regolamentazione delle lobby. In particolar modo evitare che tra politica ed affari possano esserci delle contaminazioni. Conte si “pente” di non aver reso strutturale il Next Generation Eu ed anche il Mes. Anche se, fa capire, la battaglia continuerà.