Il critico d’arte ed ex sottosegretario alla cultura parla al CorSera e spiega le sue motivazioni su quanto sta accadendo
Un confronto all’americana. E non si placa anzi diventa sempre più rovente. Da una parte Vittorio Sgarbi, dall’altra il ministro della cultura Sangiuliano. Non c’è niente da fare, nonostante ci sia l’inchiesta dell’Antitrust che ha travolto e fermato ogni cosa, la diatriba è sempre e solo tra loro due. La pensa così il critico d’arte e va avanti su questa strada, qualsiasi sia la situazione che si pone davanti a lui. Non credeva che l’Antitrust lo considerasse incompatibile con la sua carica istituzionale e quello che fa ogni giorno. E questo non lo manda proprio giù. “E’ una sentenza politica, senza se e senza ma“, continua a ripteree a tutti e anche quando è da solo in una stanza.
Le dimissioni da sottosegretario alla Cultura sono irrevocabili e non ci pensa affatto a tornare indietro, tanto da ribadirlo al CorSera, solo attende di mettere nelle mani di Giorgia Meloni, l’unica persona che in questa situazione rispetta, anche se ci tiene ad osservare un aspetto e a sottolineare un concetto, ovvero che non si dimette per quanto sta accadendo all’Antitrust, una cosa che “è antinomico e contraddittorio”, anzi ci tiene a ribadire che la sua è “un’autosospensione” .
“Tanto prima o poi tocca a tutti”
Vittorio Sgarbi si è auto-sospeso, almeno è quello che dice e vuole far passare, anche perché attende con ansia e polemica curiosità la decisione del Tar. Sente di avere ragione anche perché sostiene che il parere dell’Antitrust è contraddittorio, non l’ha mandato giù e difficilmente lo farà se le cose proseguiranno in questo modo. Crede che tutto sia dettato dalla politica e non da altro e motiva la sua spiegazione. “Perché è contraddittorio? In un documento del 16 maggio, dice che la mia carica è compatibile con le mie diciannove tra attività e funzioni. Poi cambia idea e le trova incompatibili», sottolinea Sgarbi al CorSera.
E in effetti è vero, anche perché, dice sempre Sgarbi, lui non è il solo che vende libri e fa consulenze in giro, anche per via dell’esperienza che ha accumulato negli anni e anche per la credibilità che ha in materia di arte. E anche su questo come dargli torto. Dice anche che non è il solo a fare altro mentre ricopre incarichi istituzionali e accusa ancora: “Prima o poi toccherà a tutti, anche se io avevo una cosa che altri non hanno. Cosa? L’odio di Sangiuliano…“.