Il Governatore della Regione ligure al CorSera porta avanti un tema che è già stato dibattuto (e votato) in Veneto ma con risultati negativi
Un tema delicato. E che fa sempre discutere e mettersi d’accordo sul fine vita non sempre è facile anzi, spesso e volentieri non succede e genera polemica infinite. Ma l’argomento tiene banco sempre, ci sono persone che vorrebbe sia dibattuto a livello politico e non solo, in maniera seria, senza che diventi uno scontro dialettico e che si trasformi in rivalse politiche. Lo pensa e lo dice senza filtri e, soprattutto, senza problemi il Governatore della Liguria Toti anche perché per lui “è un diritto riconosciuto dalla Corte costituzionale“, e su questo si impegna a ad osservare e spingere per provare a renderlo “effettivo”, ma cercando di stabilire dei percorsi e delle procedure veloci, chiare e definitive.
Il presidente della Liguria in una intervista al Corriere della Sera tira fuori l’argomento e lo fa in maniera seria, anche perché c’è l’esempio accaduto qualche settimana fa nel Consiglio Regionale in Veneto, dove la proposta portata avanti da Zaia non è passata per un problema di coscienza di una consigliera del Pd. Ma su questo Toti non accetta scontri o dibattiti che poi si trasformano in polemiche politiche e rovinano il clima e soprattutto un argomento delicato e complesso. “Sono stufo di una politica che non decide e non sceglie“, avvisa il Governatore della Liguria che mette subito le mani avanti su questo tema ed è pronto a portarlo in Consiglio e provare a proporre una legge che parte dalla Regione ligure.
“Dovrebbe parlarne il Parlamento, il segnale è da Roma che deve partire”
Toti è pronto a fare lo stesso percorso portato avanti dal suo collega del centrodestra ed è altrettanto pronto a schierarsi con vigore e favore alla legge di iniziativa popolare presentata dall’Associazione Luca Coscioni in 14 Regioni italiane. E quello che si porta avanti è che si cerchi di stabilire dei tempi e giorni certi di risposta a chi chiede alla Asl il suicidio assistito. E la conseguenza diretta, almeno nella proposta, che ci siano entro venti giorni a partire dalla domanda la struttura ospedaliera deve impegnarsi a dare una risposta e verificare che l’iter e la domanda siano giuste e che soprattutto ci siano i presupposti per andare avanti.
Per Toti è senza dubbio una materia che dovrebbe partire dal Parlamento e il silenzio non è che faccia bene, tutt’altro. E il presidente della Regione è pronto a rompere il muro del silenzio e a tradurla in legge e portarla in Consiglio: “Si continua da anni a evitare argomenti scomodi senza assumersi responsabilità. Tutta la politica è stata inerte per troppo tempo”.