“Le brutte immagini di Reggio Emilia, che mai avremmo voluto vedere o commentare, indignano prima di tutto la Polizia Penitenziaria sana!!”. Lo ha detto a Notizie.com Daniela Caputo , segretario nazionale dell’associazione più rappresentativa dei dirigenti del corpo, (DIRPOLPEN)
“Fermo restando che tutto deve essere accertato nelle sedi competenti, e quindi dare giudizi molto netti preventivamente e’ sempre qualcosa che deve avere un certo riguardo, e’ ovvio che non sono cose accettabili. Ogni volta che una persona e’ ristretta, sotto la vigilanza di organi dello Stato, deve essere assicurata la dignita’ della persona in modo duplice rispetto alle normali condizioni”.
Cosi’ il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, conversando coi cronisti a Imola e rispondendo a chi chiedeva un commento sul video del pestaggio nel carcere di Reggio Emilia. Cosa si vede nel video diffuso dall’agenzia di stampa Ansa? Immagini che documentano il pestaggio subito il 3 aprile del 2023, da un 40enne detenuto tunisino nel corridoio del carcere di Reggio Emilia, e che è poi finito agli atti dell’inchiesta chiusa dalla Procura reggiana a carico di 10 agenti, otto dei quali accusati di tortura.
“Sono immagini agghiaccianti e inaccettabili, una violenza gratuita contro un uomo solo, privato della libertà, incappucciato, ammanettato e a terra. Ci tengo a sottolineare il lavoro della Procura di Reggio Emilia, che con la dovuta tempestività e determinazione ha svolto le indagini ed estrapolato quanto ripreso dalle telecamere interne, che altrimenti avremmo perso”. Così aveva commentato Luca Sebastiani, avvocato del detenuto vittima del pestaggio.
“Le brutte immagini di Reggio Emilia, che mai avremmo voluto vedere o commentare, indignano prima di tutto la Polizia Penitenziaria sana!!” Lo ha dichiarato in una nota Daniela Caputo , segretario nazionale dell’associazione più rappresentativa dei dirigenti del corpo, che abbiamo sentito anche noi della redazione di Notizie.com. “Denunciamo da sempre che il carcere così com’è non funziona e che l’amministrazione penitenziaria non è gestita dalla Polizia Penitenziaria. Gli eventi critici vanno gestiti con formazione e chiare regole di ingaggio.” Ha detto ancora la sindacalista. “Fino ad ora amministratori civili, garanti di vario genere e associazioni ideologicamente orientate hanno filosofeggiato sul sistema penitenziario portandolo allo sbando, pretendendo di trasformare il poliziotto in “mediatore”, lasciandolo poi unico capro espiatorio di un sistema fallimentare! I poliziotti penitenziari devono essere messi nelle condizioni di fare il loro dovere non con la regola della forza ma con la forza delle regole!”.
Chiude infine Daniela Caputo, “A breve la nuova architettura dell’amministrazione penitenziaria, fortemente voluta dal Sottosegretario alla Giustizia Delmastro, nella quale hanno adeguata collocazione i dirigenti del Corpo, può essere il punto di svolta per ripristinare la forza della legalità all’interno delle carceri, attraverso la dirigenza del Corpo e finalmente con un Dipartimento di Polizia Penitenziaria.”