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Bruzzone: “La strage di Palermo? C’erano tutti i segnali del padre e chi frequentava”

Published by
Daniele Magliocchetti

La nota criminologa spiega a Notizie.com il suo pensiero su un dramma che si poteva evitare: ho dato un’occhiata al volo al suo profilo Facebook e mi è sembrato allarmante”

Un qualcosa di raccapricciante, talmente paradossale che, a pensarci e rifletterci per bene, non può sembrare vero. Un padre che ammazza la moglie, le dà fuoco e poi uccide i due figli per un rito satanico, in preda a un delirio perché era convinto che i suoi due figli e la moglie “erano posseduti dal demonio”. Una storia che fa accapponare la pelle e che si stenta a credere sia successa per davvero. Quasi non si sorprende la famosa ed esperta criminologa Roberta Bruzzone che davanti a una simile situazione e fatto di cronaca ammette di essere “inorridita“, ma che al tempo stesso a Notizie.com spiega che, purtroppo e per l’ennesima volta, “anche in questo singolo caso come in tanti altri, i segnali di un qualcosa che non andava, c’erano tutti e si poteva cercare di prevenire e fare di più rispetto a quello che non si è fatto“.

La drammatica storia della famiglia di Palermo uccisa dal padre (Ansa Notizie.com)

Per la dottoressa e criminologa Roberta Bruzzone quasi non ci sarebbe da stupirsi per quello che è successo, considerati i segnali evidenti, anche perché lei stessa osserva: “Non so molto di questa situazione bruttissima avvenuta a Palermo, se non leggendo alcuni dettagli di cronaca, ma sono andata a vedere il profilo Facebook di questa persona e, sinceramente, sono rimasta allibita nel vedere situazioni allarmanti all’interno del profilo e si capisce chiaramente che, vedendo foto e anche modo di scrivere ed esporre determinate cose ci fossero dei deliri mistici allarmanti e preoccupanti. E solo da questi segnali si potevano quanto meno capire determinate cose“.

“Se i racconti dei vicini sono veri, il profilo del soggetto era inquietante, qualcosa preventivamente si poteva fare”

La nota criminologa Roberta Bruzzone prima di un convegno (Ansa Notizie.com)

In maniera e modi diversi, casi come questi la criminologa Roberta Bruzzone ne ha visti diversi, con soggetti che presentavano già delle situazioni allarmanti, tanto che ci tiene a spiegare: “Leggo attraverso giornali e altro che i vicini di casa parlavano di questo signore come di una persona che metteva timore, anche per come si comportava e per quello che faceva. Ho letto anche che la famiglia era quasi del tutto isolata, che i figli non avevano nemmeno i libri per andare a scuola, dispiace dover leggere queste cose in questo nostro tempo e sinceramente, per maniera e modi diretti, non so se questo corrisponda alla verità o meno, ma se queste cose che ho letto e ho visto in alcune interviste in televisione, fosse vere, beh allora ancora una volta ci troveremo davanti a situazioni che si poteva in qualche modo prevenire, mi dispiace ma davanti a questo genere di cose c”è anche una responsabilità di chi poteva prendere in mano una situazione di questo genere. E quando noto e sento queste cose, resto amareggiata perché, purtroppo i segnali, mi sembra fossero chiari, ma prima non dopo…

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Daniele Magliocchetti