Paolo Barelli, capogruppo di FdI alla Camera, in esclusiva ai nostri microfoni si sofferma sul dibattito all’interno del centrodestra sul terzo mandato.
Prima gli agricoltori, oggi la questione terzo mandato. La Lega continua a stare col fiato sul collo del principale azionista di maggioranza: ovvero Fratelli d’Italia. Le parole del capogruppo della Lega: “Il no al terzo mandato per il premierato credo sia più una mossa di chi non vuole il terzo mandato: c’è un gioco di Fdi a non volerci dare il terzo mandato per i governatori. Questa è la spiegazione“, non possono ovviamente essere lette nel segno della distensione.
Va inoltre aggiunto, che Tajani proprio questa mattina ha chiuso sulla possibilità che i governanti che abbiano già fatto 2 mandati possano ricandidarsi. Si troverà un compromesso? Lo abbiamo chiesto al capogruppo di Forza Italia alla Camera Paolo Barelli
Onorevole Barelli, possiamo dire che non si sta mai tranquilli abbastanza anche nelle forze di maggioranza. Oggi c’è di nuovo una dichiarazione importante che arriva da Molinari sul terzo mandato. E’ una contrapposizione che sembra più interna a Lega e FdI, ma anche Forza Italia si è espressa.
“Io credo che in una coalizione è corretto che ci siano posizione autonome. Poi si deve avere la capacità su ogni fronte di trovare una amalgama e idea comune. E’ chiaro che probabilmente alcuni partiti vogliono un terzo mandato. Ogni opinione è corretta e giusta e poi una maggioranza trova la quadra con un pista comune“.
Se la Lega sta spingendo è perché evidentemente c’è il caso Veneto.
“L’ho detto prima. E’ corretto che tutti esprimano i propri punti di vista. Poi la forza di una coalizione è quella di trovare una quadra“.
Quindi bisognerà comunque che i tre leader si siedano intorno al tavolo.
“Non basta l’annuncio per risolvere il problema. Anche qui, se ad un certo punto la maggioranza stabilisse che non ci sono limiti per i mandati di sindaci e governatori, sarebbe una novità che non faceva parte del programma e che si discuterà“.
Intervista a cura della nostra inviata Luigia Luciani