Nel corso di una intervista che ha rilasciato al quotidiano “Corriere della Sera” è intervenuto il politologo Ian Bremmer
Più di quattro mesi dall’inizio del conflitto in Medio Oriente tra Israele ed Hamas. Una situazione che, con il passare del tempo, sta diventado sempre più tragica con il numero delle vittime e dei feriti che aumenta inesorabilmente sempre di più. In merito a quanto sta accadendo ha voluto esprimere una sua opinione Ian Bremmer. Il noto politologo ha rilasciato una intervista ai microfoni del ‘Corriere della Sera‘. L’esperto ha fatto sapere di essere fiducioso in una possibile tregua tra le due parti.
Anche se, allo stesso tempo, ha precisato che questa soluzione non sarà del tutto risolutiva. Le condizioni per arrivare a ciò, però, sono mature. Tanto è vero che le due parti ne stanno parlando sempre di più, confrontandosi anche con i loro rispettivi alleati. Il fondatore e capo di Eurasia, oltre ad essere “fiducioso”, mostra anche il suo lato pessimista in vista dell’evoluzione della crisi che si sta verificando in quel di Gaza.
Queste sono alcune delle sue parole che ha rilasciato al noto quotidiano: “Immagino una sospensione dell’offensiva israeliana per un mese o poco più e un rilascio non ancora totale degli ostaggi. Ma poi gli scontri riprenderanno perché non sono cambiate le condizioni di fondo. Israele resta lontano dal raggiungimento dei suoi obiettivi: Hamas è ancora forte, ha sparato anche oggi razzi contro Israele dalla parte nord della Striscia di Gaza, teoricamente “bonificata” dall’esercito di Netanyahu. E la leadership di Hamas è quasi intatta“.
Successivamente si è soffermato anche sulla posizione dell’attuale presidente degli Stati Uniti D’America, vale a dire Joe Biden. Quest’ultimo lo ha descritto come un “leone in gabbia“. Segno del fatto che al proprio interno è stretto da una opinione pubblica e che si dimostra sempre più ostile al sostegno americano ad Israele. Mentre da un’altra parte ad un Congresso dove risulta fortissima la componente filoebraica.
Una soluzione per poter fermare l’avanzata del premier israeliano Benjamin Netanyahu ci sarebbe pure: ovvero minacciare di sospendere gli aiuti, anche se la loro incidenza sul bilancio della difesa israeliana non farebbe effetto visto che è del 12% appena. Un problema non da poco si potrebbe rivelare anche nel riavvicinamento da parte dell’Arabia Saudita nei confronti di Israele: anche in questo caso Biden avrebbe pochi margini, soprattutto in quel di Riad dove nelle prossime ore è previsto il rinnovo dell’accordo militare con gli USA.