Nel corso di una intervista rilasciata al ‘Corriere della Sera’ è intervenuto l’ex ministro dell’Economia, Giulio Tremonti
Da deputato eletto di Fratelli d’Italia non ha potuto fare altro che condividere il messaggio portato avanti dal partito leader del nostro Paese. Giulio Tremonti ha dato il suo definitivo “ok” per quanto riguarda l’elezione diretta del premier. Questo è quello che ha ribadito, ancora una volta, nel corso di una intervista rilasciata al ‘Corriere della Sera‘. Anche perché, a quanto pare, già in passato era favorevole a tutto ciò. Un aneddoto che non conosceva nessuno.
Bisogna tornare indietro di molti anni: era il 1999 quando sia lui che Urbani scrissero che era arrivato il tempo di optare per la soluzione al “cancellierato alla tedesca”. Dipendesse da lui sarebbe pronto a votarlo alla Camera, proprio come è stato presentato al Senato. Si mostra sempre più positivo l’ex ministro dell’economia: dalle guerra e dalla crisi internazionale quello che ne può uscire un bene. Altro che crisi senza alcun tipo di soluzione: Tremonti fa sapere che è fiducioso nei sistemi democratici.
Sicuramente un momento per nulla facile quello che sta attraversando l’Europa. Lo si capisce chiaramente dalle immagini che arrivano dall’esterno del Palazzo di Bruxelles dove ci sono tantissimi trattori e agricoltori che continuano la loro protesta. Alla domanda su come l’Europa può superare un momento di grande difficoltà e di dare delle importanti risposte alle crisi delle democrazie la risposta non si è fatta attendere.
Queste sono alcune delle parole rilasciate dallo stesso Tremonti: “Non tutto è stato negativo. L’Euro è stato un grande passo in avanti per tutti quanti noi. Proprio come lo sono stati i vaccini e gli Eurobond. Anche se, allo stesso tempo, sappiamo tutti che questo può non bastare e che si deve andare avanti. L’Unione non è ancora sufficientemente attrattiva rispetto alle crisi democratiche nazionali“.
Cosa bisogna fare per renderla più attrattiva? Per l’ex ministro la guerra che si sta sviluppando sui nostri confini, che da ovest arriva fino ad est, potrà unire e saldare l’Europa in una nuova entità politica e democratica.