“Non c’è dubbio: il parere della Corte di Cassazione va rispettato, però lascia perplessi: di fatto blocca l’unica possibilità che ha Massimo Bossetti per difendersi. Questo mi spaventa”.
Per il criminologo Marco Strano, consulente della difesa di Bossetti, la magistratura ha tolto al muratore di Mapello la possibilità di dimostrare la sua innocenza attraverso l’analisi del dna, unica prova disponibile.
La Suprema Corte ha dichiarato inammissibile l’istanza con la quale i legali dell’uomo avevano chiesto di poter analizzare i reperti dell’indagine che portò alla condanna all’ergastolo per la morte della tredicenne Yara Gambirasio.
“La valutazione di quei reperti era l’unico sistema che Bossetti aveva per tentare di difendersi. Il fatto che abbiano reso inammissibile la richiesta degli avvocati, è un atto che viola il diritto di difesa”.
A maggio 2023, la Cassazione aveva accolto il ricorso degli avvocati Claudio Salvagni e Paolo Camporini, annullando con rinvio l’ordinanza della Corte di Assise di Bergamo che in sede di esecuzione aveva negato alla difesa il diritto di accedere ai reperti. Ieri invece, la decisione definitiva: la storia è chiusa.
Bossetti, Strano a Notizie.com: “Era nell’interesse della magistratura eliminare i dubbi su questo caso”
“La Suprema Corte non entra nel merito, ma sugli aspetti formali. Ma in ogni caso ritengo che sia stata una scelta poco opportuna. Perché se da un lato c’è l’aspetto giuridico, dall’altro c’è il diritto di difendersi di una persona condannata all’ergastolo. E visto che tutto il processo si basa sul dna – che è di fatto l’unico elemento fondamentale che ha portato alla condanna – non consentire alla difesa di poter muoversi, è una grossa limitazione”, dichiara Strano in esclusiva ai nostri microfoni.
Secondo il consulente dei legali di Bossetti, oltre a veder violato il diritto di difendersi, c’è un altro aspetto fondamentale: “Qualora avessero consentito di rianalizzare i reperti, non vedo quale sarebbe stato il danno sia per l’amministrazione giudiziaria sia per la collettività. Dichiarando inammissibile la richiesta di riesaminare i reperti, il risultato è che sul processo di Bossetti continueranno a rimanere molti dubbi. E forse era nell’interesse proprio del sistema giudiziario eliminare questi dubbi e riacquisire una certa credibilità”.
Inoltre, conclude Strano, “credo che sia nell’interesse di tutti i cittadini sapere che nella situazione di Bossetti, avrebbero la possibilità di confutare una prova. E visto che parliamo di una prova biologica, il dna appunto, l’unico modo per tentare di difendersi è fare analisi. Se non è consentito la cosa dovrebbe preoccupare tutti, non solo Bassetti”.