Il ministro della Difesa israeliano fa il punto della situazione su Rafah ma lancia anche dei “siluri” all’Onu e ad alcuni collaborazionisti
Andare avanti, senza sosta, senza avere alcuna riflessione e anche rimorso. Continuare è l’unica via che poi ci siano critiche e polemiche da parte dei paesi, anche alleati, di agenzie e istituzioni internazionali, poco importa. Israele deve proseguire nella pulizia dei terroristi e dare la possibilità agli israeliani e ai palestinesi di tornare ad avere una vita, normale non si capisce, ma “bisogna dare la caccia ai terroristi, a coloro che danno una mano ai terroristi”. Senza se e senza ma. E’ questo bene o male ciò che dice nella sua conferenza stampa ai cronisti esteri il ministro della Difesa d’Israele Yoav Gallant. Il Capo dei militari israeliani sottolinea pure che “lo Stato di Israele non ha intenzione di evacuare i palestinesi in Egitto”.
Nel suo incontro con la stampa estera, un briefing molto atteso che il quotidiano La Stampa riporta integralmente, Gallant non ci va tanto per il leggero e quando fa una sorta di lista di quello che si sta facendo, è piuttosto preciso, tanto che promette di “garantire la sicurezza e consentire ai cittadini di fare ritorno alle loro case. Attraverso la diplomazia o con i mezzi militari“. Gaza, nonostante sia distrutta quasi del tutto, resta il primo obiettivo principale, è lì che si nascondono ancora tanti terroristi di Hamas e non solo Hamas. E con tono fiero e orgoglioso annuncia di aver arrestato ancora “70 terroristi e tra di loro ce ne sono più di 20 hanno partecipato al massacro del 7 ottobre“.
“Israele non controllerà Gaza e l’Onu ha aiutato Hamas…”
Su quello che succederà dopo, Gallant ammette di non pensarci perché ora conta solo fare bene per il presente e sgominare, sradicare e annientare Hamas e tutti quelli che collaborano con loro. Un obiettivo che il ministro della Difesa d’Israele definisce “la missione della mia vita“. E nonostante questo, il Capo dei militari israeliani promette che alla fine di tutto “Israele non controllerà Gaza”. E’ stato detto tante volte in passato, ma poi sistematicamente non accade mai e succede quello che è sempre successo.
Ma un’altra cosa grave che lancia da tempo Israele è che l’Onu, e forse anche altre agenzie, danno una mano ai terroristi e le accuse che lancia Galant non sono proprio leggere considerato che l’Unrwa, secondo il ministro, è profondamente radicata nell’attività terroristica. “Ha perso legittimità e non può più funzionare come organismo delle Nazioni Unite“, le parole del Capo della Difesa, tanto che durante la conferenza stampa vengono consegnati dei documenti-accusa che parlano dell’identità di 12 operatori dell’agenzia Onu “che hanno partecipato attivamente al massacro del 7 ottobre“. Un’accusa gravissima, tanto che nel materiale c’è ogni cosa, “nomi, foto, date di nascita, perfino i numeri di cellulare – degli uomini di età compresa tra i 32 e i 50 anni che avevano una doppia vita”.