E’ stato il presidente dell’Assemblea Parlamentare della Nato e ora è presidente di Alternativa Popolare e a Notizie.com ricorda: “L’ho conosciuto era una persona eccezionale e non è giusto finire così”
“L’ho conosciuto bene Navalny, ci siamo visti in alcune riunioni del Partito Popolare Europeo, era una persona eccezionale, una di quelle che quando le incontri capisci diverse cose, per me ha le stigmate dell’eroe, non ho dubbi su questo, dispiace tantissimo vedere uno così morire in quel modo….“. Parole piene d’amarezza da parte di Paolo Alli, ora presidente di Alternativa Popolare, uno dei collaboratori più stretti di Stefano Bandecchi, ma Alli è stato un rappresentante importante per l’Italia nella Nato. Per circa tre anni ha ricoperto il ruolo di Presidente dell’Assemblea Parlamentare della Nato e Navalny l’ha conosciuto e ci ha parlato alcune volte. A Notizie.com, Paolo Alli ricorda l’uomo, le sue idee e quello che faceva: “Era un’oppositore convinto, ma esprimeva il suo dissenso in modo civile e democratico, ma in Russia non si può fare, chissà se qualcuno prima o poi lo capirà e non farà il vago, come tanti fanno. E Navalny è una di quelle persone che cercava di far vedere cosa succedeva….“.
Nonostante siano passati dei giorni dall’assassinio di Alexei Navalny, Paolo Alli ancora stenta a credere che nel 2024 ci possano essere situazioni così evidenti in una nazione a due passi dall’Europa: “Purtroppo nei regimi che non accettano l’opposizione, la fine che si fa è orrenda. Da giorni che sono inorridito dalla notizia della scomparsa di Alexei, morto in carcere in Russia per aver osato manifestare il proprio dissenso rispetto al regime sanguinario del dittatore Putin. Navalny lo conoscevo, raccontava e parlava della sua battaglia di libertà”
Per Paolo Alli è una perdita grave, anche perché Navalny era “un uomo tutto d’un pezzo” racconta e ricorda il Presidente di Alternativa Popolare che a Notizie.com precisa: “E’ incredibile, Alexei era in Germani e lì poteva restare e vivere tranquillo, anche se Putin avrebbe forse inventato qualcosa pure in quella circostanza, ma lui è voluto rientrare proprio per far capire al popolo russo cosa stava succedendo e per essere lì, per questo per me è un eroe perché sapeva bene, forse, a cosa andava incontro”
“Non ha esitato a tornare in Russia per combattere la propria battaglia – ha spiegato Paolo Alli -, ben sapendo la sorte che lo attendeva, perché, ahimé, lo sapeva. Un nuovo martire per la libertà, di questi tormentati e drammatici tempi moderni. Gli americani ci insegnano che “freedom is not free” , la libertà non è gratis, ha un prezzo che va pagato. Lo sanno bene i nostri amici ucraini, oggi Navalny ha pagato il prezzo più alto, la propria stessa vita. E non si può restare inermi davanti a questo ennesimo scempio. Putin, così per quello che sta facendo in Ucraina, pagherà anche per quanto accaduto a Navalny, un uomo libero e democratico che è morto per il suo paese”