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Esteri

Navalny, le domande senza risposte sulla morte: tutte le ipotesi

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Cristiano

Alexey Navalny, le domande senza risposte sulla morte dell’attivista russo: tutte le possibili ipotesi 

Una settimana, che sta per concludersi, segnata dalla terribile notizia giunta dalla Russia: ovvero quella relativa alla morte di Alexey Navalny. L’attivista, considerato uno dei tantissimi nemici da parte di Vladimir Putin, è morto all’età di 47 anni. Ovviamente sulla sua morte sono nati i primi dubbi, le tantissime domande che non hanno risposta. Dal Paese estero confermano: “Sindrome da morte improvvisa“, questa l’ultima diagnosi che arriva. La cosa certa è che il suo cuore ha smesso di battere in una colonia penale in Siberia.

I dubbi sulla morte di Alexey Navalny (Ansa Foto) Notizie.com

Anche se la circostanze sono ancora tutte da definire. Subito dopo la notizia della sua morte sono arrivate moltissime versioni diverse tra loro sulla sua morte e le cause. In primis quella del malore all’embolia, poi la trombosi ed infime quella della sindrome da morte improvvisa (malore, infarto, arresto cardiaco). Non si hanno certezze nemmeno sulla data e l’orario della morte. La notizia è stata ufficializzata venerdì 16 febbraio, ma solamente nel primo pomeriggio è stata resa nota.

Morte Navalny, tantissimi dubbi e le domande senza risposte

Secondo quanto riportato da alcuni media pare che la morte sia avvenuta tra la notte di giovedì e venerdì. Quello che resta da capire è per quale motivo la comunicazione sia arrivata così tardi? Risposte che la madre e la moglie dell’attivista stanno cercando disperatamente. Accompagnata dal legale la madre è arrivata all’obitorio di Salekhard per prendere possesso del corpo. Risultato? Hanno trovato tutto chiuso nonostante la colonia penale aveva assicurato che fosse aperto e che il corpo dell’attivista si trovasse proprio lì.

I dubbi sulla morte di Alexey Navalny (Ansa Foto) Notizie.com

Dopo l’ennesima chiamata effettuata dall’avvocato un’altra risposta: il corpo di Navalny non si trovava all’obitorio. Ad un altro avvocato dell’attivista era stato riferito che la causa della morte non era stata stabilita e che erano in attesa di un ulteriore esame istologico. Risultati che dovrebbero arrivare nei prossimi giorni. Non è da escludere che stiano perdendo tempo per evitare di consegnare il corpo. Successivamente agli avvocati è stato detto che non sono state trovate tracce che facessero pensare ad un omicidio.

Possibile che, per i media, stiano cancellando le tracce. Su ‘X’, invece, un messaggio da parte del direttore della ‘Fondazione anti corruzione’, Ivan Zhdanov: “L’embolia si è rivelata una bugia. Non restituiscono il suo corpo perché la causa della morte non è ancora stata stabilita. Quando l’avvocato e la madre di Alexei sono arrivati alla colonia penale, è stato detto loro che la causa della morte di Navalny è stata una sindrome della morte improvvisa“.

Un’altra ipotesi, da parte del sito d’opposizione russa ‘Sota‘, è che Navalny possa essere stato vittima di un “lento avvelenamento iniziato nell’agosto” lo scorso anno. Uno dei nemici dell’attivista era Alexander Bastrykin, capo del Comitato: lo aveva messo nel mirino dopo che aveva iniziato ad indagare su di lui più di dieci anni fa. Secondo alcune fonti pare che lo stesso Bastrykin, dopo l’arresto di Navalny, avesse chiesto il permesso a Putin di ucciderlo mentre era detenuto nella colonia penale.

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