La Farnesina ha convocato l’ambasciatore russo in Italia Alexei Paramonov, per vederci chiaro sulla vicenda Navalny.
Mentre a livello internazionale sono sempre più forti le reazioni diplomatiche contro il Cremlino, in Italia il governo, pur mantenendo una posizione ufficiale a favore della verità, si divide al suo interno.
A spaccare, è il ministro delle Infrastrutture e vicepremier Matteo Salvini, secondo cui sulla morte in carcere dell’oppositore di Vladimir Putin, “faranno chiarezza i giudici”. Posizione che si mette in netto contrasto con quella del ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani, secondo il quale la morte di Alexei Navalny è stata “provocata certamente dal Cremlino”. La linea della premier Giorgia Meloni la stessa del segretario di Forza Italia: nella morte del dissidente c’è la responsabilità di Putin.
E mentre il capo della Farnesina vuole vederci chiaro e convoca il Alexei Paramonov, ambasciatore russo in Italia, per avere dei chiarimenti, anche dalla Commissione europea arriva una risposta al leader della Lega Matteo Salvini: “Non servono indagini penali per definire che cosa ha esattamente causato la sua morte”.
Sul fronte delle indagini, al momento si sa quanto scritto dal Times che cita Vladimir Osechkin, fondatore del gruppo per i diritti umani Gulagu.net: Navalny potrebbe essere stato ucciso con un pugno al cuore, tecnica usata dagli agenti delle forze speciali dell’ex Kgb, dopo essere stato lasciato al freddo per diverse ore.
Il mese prossimo, il 4 marzo, verrà esaminata la denuncia per “atti illegali” della madre di Navalny, Lyudmila Navalnaya, alla quale è stato impedito di vedere il corpo del figlio.
Le parole di Matteo Salvini rischiano di compromettere la posizione dell’Italia in Europa e non solo? Proviamo a capirlo con la deputata di Forza Italia Deborah Bergamini, nella Commissione affari esteri.
Onorevole, cosa pensa delle posizioni del leader del suo partito Antonio Tajani e quella del leader della Lega?
“Parliamo di tante ipotesi, ci sono tante questioni rispetto alla morte di Navalny. Certamente la sua vita è finita in un carcere in Siberia dopo una serie di vessazioni a cui è stato sottoposto, compreso un presunto tentativo di avvelenamento nel corso degli anni, che ha determinato il ricovero di un anno in Germania. Quanto è rientrato è stato arrestato in seduta stante con accuse pesanti, e subito tradotto in carcere. Il tema vero è uno soltanto: fa fede la posizione del governo rispetto alla questione russo-ucraina”.
Si spieghi…
“La posizione del governo è netta, unanime e chiara: va in difesa del popolo ucraino nella consapevolezza di due cose. La prima: L’Ucraina, difendendo se stessa, difende l’Europa, perché l’aggressione russa è stata contro ogni forma di diritto internazionale. La seconda questione riguarda la compattezza del governo fin dal primo momento: siamo all’interno delle logiche Ue e atlantisti”.
Matteo Salvini è il leader di un partito al governo, la Lega, e vicepremier. Le sue parole hanno un peso.
“Possiamo centellinare e misurare le parole che vengono usate, ma come ho già detto, il punto è la linea politica del governo che è molto chiara. Piuttosto, vedo le opposizioni divise. C’è la posizione velleitaria del Movimento 5 Stelle che ritiene che sia possibile arrivare alla pace disarmando l’Ucraina, cosa che riteniamo sbagliata. Il Pd invece, ha una posizione completamente diversa. Se ci sono divisioni di linea politica, francamente le vedo nelle opposizioni”.