L’ex stella del Barcellona e della Juventus dovrà pagare i conti con la giustizia e nel modo più drammatico possibile
Il colpo più brutto. E amaro da mandar giù. L’ex stella di Barcellona e Juventus è stato condannato a 4 anni e 6 mesi per stupro. La sentenza era attesa nella mattinata di oggi 22 febbraio e puntuale è arrivata come un orologio. L’ex giocatore andrà in carcere e una volta scontata la condanna avrà la possibilità di vivere cinque anni in libertà vigilata. La pena massima prevista dal codice penale era di 12 anni, ma i legali dell’ex calciatore sono riusciti a dimostrare che il loro assistito era ubriaco e totalmente ignaro e incapace di quello che stava facendo e sono riusciti a ottenere uno sconto della pena.
Ma è stato giudicato colpevole e questo nessuno lo potrà mai negare. Che un campione abbia una macchia del genere e poco importa che fosse ubriaco. Per il giocatore brasiliano è stata anche decisa da parte dei giudici un’ordinanza restrittiva di ben nove anni nei confronti della vittima, ai quali i giudici hanno concesso un risarcimento di 150.000 euro. Non molto alto, per la verità e per la possibilità finanziarie di Dani Alves.
Una storia torbida. E che fa acqua da tutte le parti. I fatti si riferiscono ad una sera della fine dell’anno del 2022, quando il giocatore era in una discoteca di Barcellona nella notte tra il 30 e 31 dicembre del 2022. In un primo momento l’ex stella del Barca aveva negato di aver avuto un rapporto con questa ragazza, dicendo di non averla mai vista in vita sua, ma poi riconobbe che c’era stato qualcosa e che era stato tutto consensuale.
La donna ha sempre confermato la sua storia e quello che era successo. Dani Alves per questa violenza è stato arrestato nel 2023 ed è stato condotto in carcere. Il problema è che la violenza è stata registrata in alcuni video di sorveglianza della stessa discoteca e lì Dani Alves non ha potuto negare l’evidenza della situazione. Da non dimenticare che a sporgere la denuncia contro l’ex calciatore non fu solo la vittima ma anche le amiche della donna che erano presenti e che sarebbero stato toccate a loro volta dal giocatore, ma senza avere il loro consenso. A confutare la versione dello stato di ebrezza del giocatore è stata anche la moglie che durante il processo ricordò che quella notte il marito era totalmente ubriaco.