Nel corso di una intervista che ha rilasciato al quotidiano “La Repubblica” è intervenuto il ministro della Salute, Orazio Schillaci
Non è affatto un buon momento quello che il ministero della Salute sta vivendo in questi ultimi giorni. Soprattutto dopo che l’Aifa, nelle ultime ore, ha perso il suo presidente: Giorgio Palù. Quest’ultimo, infatti, ha deciso di rassegnare le proprie dimissioni e di lasciare il proprio incarico. Un addio che ha lasciato inevitabilmente spiazzato Orazio Schillaci. L’attuale ministro della Salute, infatti, si aspettava tutto ma tranne che un suo addio. Di questo, e molto altro, ne ha parlato nel corso di una intervista che ha rilasciato a ‘La Repubblica‘.
Il 75enne, in più di una occasione, aveva manifestato la sua volontà di accettare questo incarico. Solo che più di 12 mesi di contratto non poteva ottenerli. Ed è per questo motivo che dopo la sua nomina, avvenuta meno di due settimane fa, ha preso la decisione di lasciare il proprio incarico. Nel corso dell’intervista ha spiegato che il suo addio lo ha completamente spiazzato, ma allo stesso tempo ha precisato che rispetta le decisioni di tutti.
Sulla questione del contratto ha analizzato la questione: visto che era un pensionato non poteva restare più di un anno. Nel frattempo è partita la caccia al “toto-nome” su chi possa prendere il suo posto, anche se per il momento un vero e proprio favorito non c’è. In questi giorni Schillaci ha ribadito che troverà la persona giusta che possa assumere il ruolo di numero uno dell’Aifa e che possa essere un valore aggiunto non solo per la sanità, ma anche per altro.
Un altro degli argomenti trattati non può che essere quello relativo alla carenza di infermieri. Tanto è vero che stanno per arrivare quelli dall’India. Anche se in Italia la carenza di personale di questo settore preoccupa e non poco. Soprattutto nella classifica europea dove l’Italia si piazza tra gli ultimi posti. L’obiettivo del ministro è fare in modo che questo ruolo sia appetibile e che risulterà necessario effettuare alcune modifiche per il percorso formativo.
Sul numero chiuso a medicina conclude: “Qui il problema è diverso visto che mancano in misura minore rispetto agli infermieri. Ci saranno problemi tra 3-4 anni, soprattutto per la gabbia pensionistica. I posti all’Università per la medicina sono destinati a crescere. Quello che mi fa riflettere è che il pubblico non trova professionisti, mentre le cooperative sì“.