Dopo quattro anni dall’accaduto è arrivata la sentenza definitiva: il giocatore dovrà scontare la pena e pagare un risarcimento
È arrivata la condanna per il calciatore professionista dell’Edegem Ilias Chair: la pena è di due anni di carcere, metà dei quali con sospensione. Infatti, durante una rissa scoppiata nel 2020, ha colpito un uomo alla testa con un sasso. E ora dovrà anche pagare alla vittima più di 15.000 euro di risarcimento. I fatti sono accaduti in estate, dopo un viaggio in kayak iniziato nelle Ardenne e conclusosi a Bazeilles, in Francia. “Mentre erano in fila per salire sull’autobus, la famiglia del giocatore è stato soprassat da una signora in bikini verde e dal suo gruppo. Hanno chiesto di essere i primi a salire sull’autobus perché ne avevano appena perso”, ha riferito il pubblico ministero il mese scorso.
“Da qui è scoppiata una discussione con altre persone che stavano aspettando, comprese le ultime vittime: Niels T., sua sorella Eline T. e Dries D. La donna in bikini verde ha avuto un comportamento molto aggressivo e la situazione si è rapidamente scaldata. A quel punto, la signora si è scagliata contro le vittime e i loro figli con diversi colpi, graffi e anche morsi”, si legge. L’organizzazione delle gite in kayak non è riuscita a calmare gli animi. È iniziata una rissa violentissima, che è peggiorata nel momento in cui uno degli uomini ha afferrato una grossa pietra.
Si trattava proprio di Ilias Chair, calciatore dell’Edegem e attuale centrocampista dei Queens Park Rangers, in Inghilterra. In passato è stato anche capitano della nazionale marocchina in ben tredici occasioni e ha giocato la finale terzo/quarto posto contro la Croazia ai Mondiali del 2022. “Secondo la ricostruzione di alcune persone coinvolte, Ilias Chair ha colpito con la pietra Niels T., che ha perso immediatamente conoscenza”, ha detto il pubblico ministero. “Le conseguenze per Niels T. sono state drammatiche: ha riportato una grave frattura del cranio di due centimetri. È stato ricoverato all’ospedale di Reims in condizioni critiche. Per molto tempo non ha potuto lavorare come camionista e ancora oggi soffre le conseguenze di quel colpo che lo ha quasi ucciso”.
Il giocatore comunque ha negato di essere stato lui a lanciare il sasso, chiedendo l’assoluzione. Venerdì è venuto lui stesso in tribunale per la sentenza, con un nuovo avvocato, provando a ottenere la riapertura del caso, che è stata respinta dal tribunale. Il calciatore professionista è stato condannato a due anni di carcere, metà dei quali effettivi. Dovrà pagare alla vittima un risarcimento di 15.684,75 euro.