Il Premier italiano alla guida del G7 insieme gli altri grandi del pianeta e avvisa: “La guerra ci tocca e serve un lungo cessate il fuoco”
Un segnale forte. Inequivocabile. Nel giorno dell’anniversario del secondo anno di guerra all’Ucraina, dell’invasione russa nel paese ucraino, il presidente del Consiglio Giorgia Meloni arriva a Kiev alla guida del G7, insieme agli altri grandi paesi del mondo che vogliono la fine delle ostilità in Ucraina. E il Premier italiano è chiaro e senza che ci siano fraintendimenti: “L’Italia, l’Europa e l’Occidente devono continuare ad essere al fianco di Kiev, perché difendere l’Ucraina non vuol dire amare la guerra, ma esattamente il contrario”. Le parole di Giorgia Meloni al quotidiano Il Giornale. La sua missione è chiara, cercare in tutti i modi di arrivare a un tavolo di pace, non è facile, ma è l’obiettivo principale. Eppure, i russi stanno andando avanti e l’attualità vede gli ucraini in grande difficoltà, con la paura di perdere la guerra e di arrivare al tavolo senza avere tante possibilità.
La Meloni ha ben chiaro l’obiettivo, lei e tutti gli altri paesi che sono presenti a Kiev, anche perché “il 24 febbraio di due anni fa la Russia ha invaso l’Ucraina in molti hanno pensato che fossimo davanti ad un “cigno nero” della storia”, e qui tutti sanno che, inizialmente, nei piani di Putin la guerra e l’invasione doveva durare pochissimo tempo, ma così non è stato. Così non è successo, tanto che siamo a due anni dall’inizio della guerra e il teatro che c’è sul territorio è devastante, con famiglie distrutte e tante persone costrette a lasciare il loro paese, il dramma degli uomini lasciati a combattere e tanti di loro non ci sono più. Una devastazione senza precedenti, e nel cuore dell’Europa.
“La difesa assoluta dell’Ucraina e su Navalny la responsabilità è chiara”
Una guerra e un conflitto che non avrebbe dovuto esserci e per la Meloni non ci sono giustificazioni per quello che sta accadendo, soprattutto e solo da parte della Russia, anche perché secondo Putin “sarebbe dovuta durare pochissimo e, una volta capitolata l’Ucraina, l’attenzione si sarebbe rivolta ad altri Stati confinanti, non solo europei. Ciò non è successo”. L’Ucraina continua a combattere e gli stati Europei continuano a sostenerla, seppur con tante difficoltà, e su questo Giorgia Meloni è, forse, quella più chiara da questo punto di vista ed esorta gli altri paesi a non mollare la presa e proseguire negli aiuti a Kiev.
E il presidente del Consiglio italiano è molto chiaro e perentorio su quanto avvenuto a Navalny in Siberia. Il leader dell’opposizione russa, il nemico più acerrimo di Putin, è morto in situazioni sospette in prigionia. Omicidio o motivi naturali, si dibatte molto su questo anche a livello internazionale, una storia che ha colpito parecchio, ma anche qui Meloni non è che abbia dubbi in tal senso: “Mi limito a guardare i fatti e mi sembrano siano abbastanza chiari, se Navalny non fosse stato imprigionato dal governo russo in condizioni durissime, non solo oggi sarebbe un uomo libero ma anche vivo e in salute. Le responsabilità del regime russo sono chiare”.