“Introdurre un sistema di norme che integrino quelle europee per stare accanto ai giovani che si dedicano all’agricoltura”.
Un settore che il senatore Giorgio Maria Bergesio, vicepresidente della Commissione agricoltura, definisce “primario della nostra economia”. Ieri è arrivato il via libera del Senato al ddl sull’imprenditoria giovanile nel settore agricolo con 95 sì, 37 no e 20 astenuti. Il disegno di legge aveva già ricevuto l’ok della Camera.
Il provvedimento segue l’approvazione della Commissione agricoltura del Senato di un altro ddl: quello che istituisce la figura dell’agricoltore come custode dell’ambiente e del territorio.
Entrambe le proposte sono state approvate mentre è in corso la protesta europea e italiana degli agricoltori contro il green deal. Ai nostri microfoni, Bergesio, senatore della Lega e relatore del ddl per lo sviluppo dell’imprenditoria giovanile.
Senatore, perché era importante approvare il ddl?
“Con questa misura cerchiamo di supportare la gioventù dell’agroalimentare, favorendo il ricambio generazionale, perché purtroppo l’inserimento dei giovani in questo settore, nel nostro Paese continua a presentare una serie di ostacoli”.
Quanto è grave questa difficoltà per i giovani?
“Dall’ultimo rapporto Ismea sull’agroalimentare italiano, emerge che oltre agli effetti sul clima, pesano sull’agricoltura italiana alcune debolezze strutturali, come la scarsa presenza dei giovani capi d’azienda (solo il 9% contro il 12% della media europea) e di converso, l’alta percentuale di capi d’azienda over 65, pari al 43% rispetto alla media europea del 33%. L’indice di invecchiamento, cioè il rapporto tra aziende con capo azienda over 65 e aziende guidate da under 41, in Italia è molto più alto: circa 8 a 1 mentre in Ue è circa 5 a 1. In questi termini, il provvedimento tende anche a ristrutturare il settore in termini di competitività”.
Cosa cambia ora per i giovani agricoltori?
“La legge è composta da 13 articoli e promuove misure concrete per i giovani imprenditori, come l’istituzione di un fondo per favorire il primo insediamento dei giovani nel settore agricolo, con una dotazione di 15 milioni di euro all’anno. È previsto anche un regime fiscale agevolato per il primo insediamento delle imprese giovanili, che consiste nel pagamento di un’imposta sostitutiva delle imposte sui redditi, delle relative addizionali e dell’imposta regionale sulle attività produttive, determinata applicando l’aliquota del 12,5% alla base imponibile, costituita dal reddito d’impresa prodotto nel periodo di imposta. Inoltre, si dimezzano le spese notarili in caso di compravendita di terreni agricoli, per un corrispettivo non superiore a 200mila euro per le imprese giovanili e i giovani imprenditori agricoli. E c’è un credito di imposta per le spese sostenute nel 2024. Verrà costituito l’Osservatorio nazionale per imprenditoria e lavoro giovanile in agricoltura che avrà il compito di raccogliere dati e ricerche e di dare supporto nei riguardi degli enti pubblici. Infine ci sono agevolazioni per la vendita diretta: nei Comuni dovranno essere riservati il 50% dei posteggi nei mercati per la vendita diretta dei prodotti agricoli per le imprese giovanili e i giovani imprenditori”.
L’agricoltore diventa custode dell’ambiente e del territorio.
“Sì. E abbiamo istituito anche la Giornata nazionale dell’Agricoltura che cadrà ogni seconda domenica di novembre. La Lega lo ha fortemente voluto perché è doveroso: l’agricoltura, il sistema agroalimentare e la figura dell’agricoltore, del contadino, di colui che lavora la terra per sostenere la vita dell’uomo, sono fondamentali per l’economia, il territorio e la vita stessa delle persone. Per questo dovevano diventare centrali nell’azione del governo”.
Che ruolo ha avuto la pandemia Covid-19 in questa presa di coscienza da parte della politica?
“L’emergenza sanitaria Covid-19 ha reso evidente il valore strategico di questo settore, primario per l’economia del nostro Paese. L’agricoltura ha avuto un ruolo cruciale nella gestione dell’emergenza, riuscendo, nonostante le grandi difficoltà, a garantire il necessario approvvigionamento di cibo, grazie alla forza e alla tenacia di persone che silenziosamente hanno perseverato nel proprio lavoro, senza mai fermarsi. Un lavoro svolto con responsabilità e dedizione da quasi 740mila imprese agricole familiari, che oltretutto rendono famoso il nostro Paese nel mondo per le sue eccellenza enogastronimiche”.
Gli agricoltori più volte, anche dopo l’alluvione in Emilia Romagna, hanno chiesto di avere un ruolo attivo nella messa in sicurezza dei territori per affrontare l’emergenza climatica.
“La loro presenza sul territorio rende gli agricoltori un punto di riferimento nell’attuazione degli interventi necessari a contenere e prevenire i danni provocati ogni anno dalle calamità. L’agricoltore ha il compito di proteggere il territorio stesso dagli effetti dell’abbandono delle attività agricole, dello svuotamento dei piccoli insediamenti urbani e dei centri rurali e dal rischio idrogeologico. Anche la Giornata nazionale dell’agricoltura ha lo scopo di far riconoscere il ruolo fondamentale dell’agricoltura, che nelle sue fasi di semina, cura, attesa e raccolto, incarna l’essenza della vita”.