Il generale parla al CorSera di tutto, ringrazia Salvini e stima la Meloni. “Se fonderò un partito, lo farò con uomini scelti da me”
E’ l’uomo del momento, il più ricercato, e in tutti i sensi, il più osannato, il celebrato e soprattutto il più criticato. E la cosa bella è che non è ancora in politica, ma fa parlare il suo modo di ragionare e di proporsi. E’ corteggiato, pubblicamente dalla Lega, ma sotto sotto, e in gran silenzio, anche da altri, come Fratelli d’Italia, ma non lo dice nessuno e lui a domanda precisa non risponde anzi si limita a replicare “non posso rispondere”. Eppure da qualche mese è sulla bocca di tutti, da quando è uscito il suo libro autoprodotto “Il mondo al contrario”, da lì è stata una sequenza di situazioni polemiche a non finire: querele, inchieste, sospensioni, e anche di più. “I neri? A sei anni volevo vedere se erano come noi, mi colpiva il bianco degli occhi, dei denti, del palmo delle mani. Volevo vedere se erano fatti come noi”.
Il cronista del CorSera, che ha intervistato Roberto Vannacci, gli chiede (con un pizzico di polemica), se sono proprio come noi. Vannacci risponde un po’ stizzito: “Non scherzi. Io ho rischiato la vita, mia e dei miei uomini, in Somalia, in Ruanda, in Costa d’Avorio, nello Yemen, in Iraq, in Afghanistan, per salvare la vita di persone con la pelle diversa. Quando scrivo che Paola Egonu non ha i tratti somatici dell’italianità, non discrimino; esalto una differenza“. Eppure la campionessa di pallavolo l’ha querelata e non intende fermarsi: “Se io dicessi che non può entrare al bar, allora sarei discriminatorio. Io dico al contrario che è un valore aggiunto, ha un effetto propulsivo; senza di lei nella pallavolo non vinceremmo“.
“Essere indagato per odio razziale è totalmente infondato”
Rivendica ancora una volta tutti i suoi concetti, tutti quelli espressi nel libro Il Mondo al contrario e resta amareggiato del fatto che sia indagato per situazioni che non appartengono alla sua filosofia di vita, come quella di essere indagato per istigazione all’odio razziale e lui qui si infuria: “E’ un’accusa totalmente infondata. Il mio libro è un’ode alle diversità, l’elogio della diversità è assai diverso dalla discriminazione, anche perché, a mio modo di vedere, la diversità sta nel riconoscere caratteristiche diverse in ognuno di noi: cultura, origini, etnia, religione, credo politico”.
E poi si va sull’odio, un altro fattore e concetto di cui Vannacci parla tanto e anche per questo mette un po’ di timore, anche se lui cerca di spiegare: “Io non odio nessuno, l’odio è un sentimento che non si può cancellare dalla mente con un colpo di spugna. Forse potrei dire che odio chi stupra bambini, chi maltratta gli anziani, magari potrei odiare chi facesse del male alle mie figlie”, poi cerca di spiegare e approfondire meglio quello che vuole dire il generale Vannacci: “Ma chi trasforma questo sentimento in un’azione criminosa, non potrei mai giustificarlo, anche perché è questa la differenza tra l’uomo, che domina i suoi istinti, e la bestia umana“