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Cronaca

Melissa Satta, la riflessione della sociologa: “Giornali ragionano sulle regole di mercato”

Published by
Giovanna Sorrentino

“I giornali ragionano sulla base di logiche di mercato. Non danno peso e valore all’informazione e non si rendono conto di avere un potere che, se usato male, può rovinare vite”.

A parlare è Flavia Munafò, sociologa clinica terapeuta e direttrice dello sportello di ascolto e prevenzione Socio Donna a Roma, in un’intervista a Cityrumors.it. L’argomento sono le offese arrivate a Melissa Satta da parte di molti giornali, anche stranieri, che l’hanno definita, tra le altre cose, “sex addicted supermodel”. 

Una vera e propria valanga che la showgirl non è più disposta a sopportare, al punto di annunciare di ricorrere alla giustizia per mettere un punto anche alle accuse, nemmeno troppo velate, di aver rovinato la carriera del tennista Matteo Berrettini ma anche di Boateng, a causa della sua presunta (e smentita) dipendenza dal sesso.

Scusandosi con tutti i giornalisti che svolgono seriamente la loro professione, in un lungo video su Instagram, Melissa Satta ha invitato tutti a riflettere.

L’intervista di Cityrumors.it alla dottoressa Flavia Munafò.

Melissa Satta, la riflessione della sociologa: “Giornali ragionano sulle regole di mercato” (Ansa Foto/Facebook) – notizie.com

Dottoressa Munafò, cosa pensa del fatto che nella nostra epoca una donna venga ancora accusata di essere la causa dei mancati successi di un uomo?
Mi rimanda sempre al fatto che il nostro problema è fortemente culturale. Purtroppo nel 2024 abbiamo ancora una definizione della donna oggettivizzata. Fino a che non arriveremo a scardinare questo sistema di credenze ed utilizzo malato del concetto di donna, non ne usciremo. Il problema è sempre più radicato. Mi dispiace profondamente per quello che è successo a Melissa Satta, ma ho apprezzato il suo modo di rispondere”.

Cosa in particolare l’ha colpita?
Lei ha toccato alcuni temi fondamentali: l’essere donna, personaggio pubblico, madre e una persona. Riconosce il fatto che essendo una persona esposta può andare incontro ad alcune cose. Tuttavia, le offese a Melissa Satta sono state non solo sulla sua bellezza o il suo talento in quanto tale, ma sulla persona: c’è stato il totale mancato rispetto della considerazione umana e, ancora più grave, del ruolo di madre. Non pensiamo al fatto che abbiamo fatto passare questa donna per quello che non è, senza considerare che ha un bambino che legge i giornali, va a scuola e sente le altre persone parlare della madre in quel modo”.

Melissa Satta – Notizie.com (Ansa)

Molti giornali sono venuti meno al ruolo di informare e formare l’opinione pubblica. È d’accordo?
Quello che sto per dire è drammatico: i giornali ragionano sulla base di logiche di mercato e advertising. Non danno peso e valore all’informazione. Non si rendono conto di avere un potere che, se usato male, può rovinare vite. Dimenticano che dovrebbero veicolare l’informazione, formare l’opinione pubblica e soprattutto le nuove generazioni. Pensano a vendere”.

Melissa Satta nel suo messaggio ha dichiarato di parlare anche per “aiutare” altre donne.
Quello che ha subito Melissa Satta è frutto di una distorsione culturale della nostra società. Un’abitudine difficile da sradicare, che viaggia su sistemi millenari di tradizione nel senso negativo del termine. Purtroppo, quando un’abitudine prende piede è un difetto, un errore e anche un danno. A maggior ragione mi lamento del fatto che questa notizia non sarebbe mai dovuta esistere in questa maniera. Per quanto lei e l’ex compagno siano personaggi pubblici, non c’è bisogno di giudicare una persona, apostrofandola in quel modo. Stiamo vedendo lo stesso con Fedez e Chiara Ferragni: zero rispetto per la loro umanità, della loro vita normale, che per fortuna anche i vip hanno. Noi ci permettiamo di entrare nelle loro case, nei loro affetti, sentimenti e dolori. A maggior ragione, è sbagliato se ci sono bambini di mezzo. E le dico una cosa: questo bambino (il figlio di Satta ndr.), maschio, potrebbe diventare veicolo di ulteriore patriarcato”.

Si spieghi…
Sta vedendo la madre apostrofata in quella maniera. Certamente avrà un meccanismo di difesa nei suoi confronti, ma è anche un bambino piccolo che sta formando la sua identità culturale, il suo sé e per questo andrebbe rispettato ancora di più. Potrebbe crescere con la possibile convinzione che la donna sia quello. E in questo modo perpetriamo nell’errore”.

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Giovanna Sorrentino