“Non vedo questi nuovi elementi che sono stati forniti per far sì che venga aperta la revisione del processo per Olindo Romano e Rosa Bazzi”.
A parlare in esclusiva a Notizie.com è Roberto Colasanti, colonnello dei carabinieri in congedo e coordinatore del Team Crime Analist and Investigation dell’Associazione italiana criminologi per l’investigazione e la sicurezza (AICIS).
Il 16 aprile di tornerà in Aula per discutere le istanze di revisione dell’ergastolo ai due coniugi, condannati per la strage di Erba. L’udienza di ieri, venerdì primo marzo, è stata rinviata su richiesta della difesa, per poter rispondere in in modo adeguato al procuratore generale e all’avvocato generale. I giudici di Brescia, dopo aver sentito parti civili, difesa e pg, dovranno stabilire se assolvere, ammettere le nuove prove o confermare la condanna all’ergastolo.
Olindo Romano e Rosa Bazzi sono stati condannati all’ergastolo per aver ucciso Raffaella Castagna, la madre Paola Galli, il figlio piccolo Youssef Marzouk, la vicina di casa Valeria Cherubini, e ferito gravemente Mario Frigerio. I legali della coppia hanno chiesto la revisione del processo sulla base di nuove prove che potrebbero portare all’assoluzione dei coniugi Romano.
Secondo il pg a loro carico c’è una “cascata di prove”. I legali di Olindo Romano e Rosa Bazzi mettono in discussione il riconoscimento di Olindo da parte di Frigerio, che riuscì a salvarsi grazie a una malformazione congenita (morì anni dopo la strage di Erba, nel 2014); le confessioni poi ritrattate dai coniugi e la macchia di sangue di una delle vittime trovata nell’auto di Romano, che secondo la difesa sarebbe stata contaminata.
Della strage di Erba “ne hanno parlato in tanti e qualcuno l’ha fatto tanto per”, dichiara ai nostri microfoni il criminologo Roberto Colasanti. “Dal punto di vista giudiziario – aggiunge – l’idea che mi sono fatto è che non ci siano questi nuovi elementi forniti per far sì che venga aperta la revisione del processo. Mi sembra una rilettura della carte fatta a distanza di tempo in base alla quale chi legge può farsi una convinzione piuttosto che un’altra”.
Dottor Colasanti, cosa pensa della macchia di sangue attribuita a una delle vittime, trovata nell’auto di Olindo? Secondo la difesa sarebbe contaminata.
“Chi ha fatto gli accertamenti a suo tempo ha già dato spiegazioni su come sono state fatte le cose. Non ho capito sulla base di quali elementi sostengano questa tesi. La contaminazione è tutta da dimostrare, non so se ci sono elementi che possano farlo”.
Olindo e Rosa hanno ritrattato più volte le loro confessioni…
“Hanno fornito giustificazioni, dicendo che si sono sentiti “pressati”, “condizionati”, come se fossero stati raggirati al fine di estorcere una confessione, perché il loro obiettivo era poter rimanere insieme e convivere in carcere. O si tratta di ingenuità all’ennesima potenza oppure… si sa che in carcere non esistono celle matrimoniali. Non capisco come possano aver immaginato che fosse possibile”.
Che idea si è fatto del profilo di Olindo Romano e Rosa Bazzi?
“Il loro profilo è abbastanza problematico. Non ho una matrice di carattere psicologico come informazione, perché è acclarato che avevano problemi relazionali e problemi con i loro vicini di casa”.
In un primo momento era stato sospettato della strage Azouz Marzouk, marito di Raffaella e padre del piccolo Youssef, con trascorsi per droga. Il sospetto si è rivelato poi infondato.
“Da investigatore avrei senz’altro preso in esame e valutato questa ipotesi. Però da questo punto di vista servono prove per dire che una pista va seguita più di un’altra. Ed evidentemente nei confronti di Marzouk non c’erano. L’odio nei confronti dei vicini da parte di Olindo Romano e Rosa Bazzi era un movente sussistente”.