Dossieraggio, giornalisti indagati, Villone a Notizie.com: “Serve uno scudo per proteggere l’informazione”

La Procura di Perugia continua a indagare sul presunto dossieraggio ai danni di politici e vip.

Nel mirino della magistratura è finito in primo luogo il luogotenente delle Fiamme Gialle Pasquale Striano, all’epoca dei fatti in servizio alla Procura nazionale antimafia, accusato di almeno 800 accesso ritenuti abusivi alle banche dati tributarie, antiriciclaggio e dell’antimafia, allo scopo di reperire informazioni.

Gli inquirenti vogliono scoprire per cosa e per conto di chi il finanziere abbia attinto abusivamente dalle banche dati del sistema informatico. Al momento, oltre a Striano sono indagate 15 persone, tra cui il procuratore della Direzione nazionale antimafia Antonio Laudati e tre giornalisti del quotidiano Il Domani, che al momento non hanno ancora ricevuto un avviso di garanzia (Nello Trocchia, Giovanni Tizian e Stefano Vergine).

In queste ore tantissimi attestati di stima e solidarietà sono arrivati ai cronisti anche da parte dei colleghi. Il direttore de Il Domani Emiliano Fittipaldi questa mattina, lunedì 4 marzo, ha firmato un editoriale dal titolo Un pericoloso attacco alla libertà di stampa. Ne abbiamo parlato con il costituzionalista Massimo Villone.

Dossieraggio, giornalisti indagati, Villone a Notizie.com: "Serve uno scudo per proteggere l'informazione"
Dossieraggio, giornalisti indagati, Villone a Notizie.com: “Serve uno scudo per proteggere l’informazione” (Ansa Foto) – notizie.com

Professore, i tre colleghi de Il Domani sono indagati per aver realizzato un’inchiesta con l’ausilio di fonti giudiziarie.
Il giornalista non andrebbe mai perseguito se dà notizie vere e informa l’opinione pubblica, perché esercita una funzione di pubblico interesse: informare. Se poi c’è qualcuno che non doveva far uscire le carte, è lui il soggetto da punire. Ma non si può porre il divieto al giornalista di usare le carte in suo possesso, perché a quel punto prevale l’interesse dell’informazione. Purtroppo non tutti la pensano così. C’è un pezzo di questo Paese che non vuole proteggere i giornalisti”.

È un dibattito che va avanti da molto tempo…
Serve una battaglia politica per far sì che questi valori vengano riconosciuti. Non c’è una bacchetta magica, non ce l’abbiamo. Questa posizione è sostenuta da forze politiche non marginali, da interessi forti. Lei vorrebbe il migliore dei mondi possibile, ma non è così. Non con questo ministro della Giustizia né con questo governo”.

Intervista al 'Corriere della Sera'
Il ministro della Difesa, Guido Crosetto (Ansa Foto) Notizie.com

Sta dicendo che con un governo diverso sarebbe possibile tutelare il diritto (e dovere) del giornalista di informare?
Voglio sperare che con un governo di altro orientamento ed equilibrio, sarebbe possibile. Ma non ci scommetterei del tutto”.

Serve una legge più chiara?
Le leggi le fa la maggioranza. Non ci vorrebbe molto a risolvere tecnicamente il problema, ma in questo momento non c’è volontà di risolverlo”.

Lei come lo risolverebbe?
Permettendo uno scudo a difesa del giornalista e dove necessario una sanzione a chi fa uscire le notizie, se veramente non devono uscire. Anche su questo c’è da discutere: è tutto da riequilibrare”.

Ma in questo modo si imbavaglia la fonte, non crede?
Certo. Per questo bisogna partire dal tipo di notizia che effettivamente non va diffusa. Quali informazioni è giusto che si sappiano? Quali è giusto coprire con riservatezza? Se ad esempio, la notizia è che un amministratore pubblico viene indagato per aver usato male i soldi pubblici, non va mantenuta riservata. In questo caso deve prevalere l’interesse della comunità a sapere che c’è un amministratore potenzialmente disonesto”.

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