Un ritrovamento incredibile e totalmente inaspettato a distanza di quasi 30 anni dallo storico furto del 1995
Nel 1995 a guidare la Ferrari erano Gerhard Berger, storico campione austriaco e vincitore in carriera di 10 Gran Premi, e il francese Jean Alesi. Una coppia da urlo che il 30 aprile di quell’anno riuscirono nell’intento di salire entrambi sul podio, piazzandosi rispettivamente terzo e primo, separati da un certo Michael Schumacher che, invece, si dovette accontentare del secondo posto. Un motivo di gioia che, però, durò solo pochissimo tempo. Nei giorni, infatti, che seguirono questo splendido risultato, a lasciare tutti spiazzati e senza parole fu una notizia tanto assurda, quanto grave: le loro macchine erano sparite.
Immediatamente i dirigenti della Ferrari denunciarono il furto. Non era possibile perdersi due vetture di quel tipo, altro non poteva esser stato se non un tentativo di arricchirsi rivendendo alcuni dei mezzi più veloci e belli al mondo. E così fu. Per anni vennero condotte indagini per risalire agli artefici di questo folle gesto, ma nessuna strada percorsa sembrava portare al ritrovamento, fino a quando non vi fu la resa definitiva. Ma le cose più inaspettate, possono essere risolte solo in modi inaspettati e a distanza di 30 anni dal rapimento, quando ormai nessuno aveva più in testa quanto accaduto nel lontano 1995, una delle due Ferrari torna alla luce.
Si tratta di un fatto del tutto casuale, nessuno possedeva più neanche una flebile speranza di poter individuare dove fossero locate e, soprattutto, vi era ormai la consapevolezza dei lunghi viaggi, dovuti alla compravendita, che queste avevano vissuto. A riaprire il caso, lo scorso gennaio, però fu un’informazione arrivata alla polizia di Londra da parte della casa automobilistica italiana. Nel corso di un’ispezione, infatti, era saltato fuori che un acquirente americano aveva acquistato una sospetta macchina da corsa da un broker inglese.
Questo comportò ulteriori approfondimenti del caso, nuove indagini che solo di recente hanno permesso di attestare che quel modello, quello arrivato dalla Capitale dell’Inghilterra fino agli Stati Uniti, era proprio la F512 M che in quel 30 aprile 1995 aveva tagliato da terza il traguardo con a bordo il pluricampione mondiale Berger. Una notizia incredibile e che ha portato gioia ed entusiasmo nella casa del ‘cavallino’. A quasi tre decenni di distanza viene chiusa un’investigazione che sembrava ormai messa nel dimenticatoio e che, oggi, potrebbe portare a nuovi sviluppi anche nel tentativo di risalire all’auto ancora sperduta di Alesi, in modo da poter finalmente archiviare il tutto e dire, come 30 anni fa, di aver vinto.