Dopo aver ascoltato Giovanni Melillo e Raffaele Cantone, la commissione parlamentare Antimafia ritiene necessario audire anche Federico Cafiero De Raho.
Ma ci sono delle anomalie, perché il deputato del Movimento 5 Stelle è anche il predecessore dell’attuale procuratore nazionale antimafia, oltre che vicepresidente della commissione parlamentare Antimafia.
Negli ultimi giorni De Raho è finito al centro della polemica per un presunto conflitto di interessi, dal momento che all’epoca dei fatti era alla Procura nazionale antimafia.
La decisione sull’audizione di De Raho potrebbe essere demandata ai presidenti di Camera e Senato. È l’ipotesi che emerge dopo la richiesta all’ufficio di presidenza di Raffaella Paita di Italia Viva, affinché l’ex procuratore antimafia possa essere ascoltato sull’inchiesta sul presunto dossieraggio.
La presidente della commissione Antimafia Chiara Colosimo dovrebbe chiedere la regolarità dell’audizione ai presidenti delle Camere. Intanto, De Raho ha assistito alle audizioni di Melillo e Cantone, che erano pubbliche.
“Avevo suggerito al collega l’opportunità di non partecipare”, dichiara ai nostri mcrofoni l’altro vicepresidente della commissione parlamentare Antimafia Mauro D’Attis. “Dal punto di vista istituzionale è un caso particolarmente complicato. Credo che le attività dovranno seguire quello che sta facendo la Procura, poi vedremo se ascoltarlo o no”.
Non è d’accordo Stefania Ascari, collega di partito di De Raho: “È un componente dell’Antimafia e come tale ha diritto di richiedere documenti e fare domande. Non c’è un conflitto di interessi, la sua presenza arricchisce ed apporta un contributo maggiore. Deve essere visto come una colonna portante. Tutto il resto sono strumentalizzazioni politiche. Allora dovremmo dire lo stesso di Crosetto, che lavorava per aziende della difesa e adesso è il ministro della Difesa? Contro di lui il dito non viene puntato”. Inoltre, aggiunge, “De Raho aveva già migliorato il sistema”.
“Premessa: sull’onorevole De Raho nutro stima e rispetto. Ho avuto modo di conoscerlo ed apprezzarlo nella sua attività parlamentare, pur da versanti opposti. Al di là di questo, è una valutazione che ritengo che lo stesso De Raho deve effettuare in coscienza, non perché gli si imputi qualcosa in particolare, ma perché si possa effettuare in serenità ogni tipo di accertamento e verifica sul periodo in cui era capo della Procura. Ma è una valutazione rimessa a De Raho”. Così, ai nostri microfoni Pietro Pittalis, in commissione Antimafia per Forza Italia.
“La posizione di De Raho è particolare. Il punto è che non esiste una norma che gli impedisca di esercitare le sue prerogative parlamentari, ma dovrebbe avere il garbo di non richiedere documenti su cosa che lo hanno interessato in maniera diretta. Mi aspetterei che quando ci si trova in queste situazioni non si faccia il rappresentate di se stesso. Noi siamo lì con un compito politico”, commenta Antonio Iannone (FdI).
“Le audizioni di Melillo e Cantone non erano secretate. La presenza dal vivo o da fuori non avrebbe influenzato la seduta, chiunque poteva partecipare”, spiega Filippo Melchiorre (FdI) a Notizie.com. “Prendiamo atto che De Raho non sia mai intervenuto ne alla prima ne alla seconda seduta e credo che sia stato il frutto di un ragionamento. Vedremo cosa decideranno i presidenti delle Camere, è giusto che siano loro a prendere questa decisione”.
Pierantonio Zanettin (FI) ha fiducia nella presidente della commissione Colosimo: “Mi pare che stia risolvendo la situazione in modo brillante e con un comportamento conforme al regolamento”.