Ben 130 ciclisti abbandonano la gara per presunti problemi tecnici dopo aver scoperto della presenza del controllo anti-doping.
Termina nello sbalordimento generale la sesta gara dell’Interclub Vinalopó, nella quarantesima edizione della corsa ciclistica di Villena. Su 182 corridori, infatti, solo 52 hanno raggiunto il traguardo finale completando il percorso e ottenendo il punteggio corrispondente al proprio piazzamento. In 130 hanno chiuso a zero punti, tornando a casa per motivazione che ancora oggi cercano reali chiarimenti o motivazioni. Parlando con i diretti interessati questi spiegano di aver accusato problematiche di tipo fisico o tecnico, tra le quali foratura delle gomme o altri imprevisti di simil genere sulla struttura della bicicletta. Tante e differenti le giustificazioni che, però, non sembrano trovare conferma nelle immagini con le quali è stata raccontata l’intera gara.
Si diffondono così nel pubblico e tra le istituzioni sportive molteplici dubbi. Troppi gli assenti al traguardo per pensare di poter ascoltare senza riserve le ragioni espresse dai protagonisti. Fondamentali le indagini per approfondire una questione che si fa sempre più complicata e intricata e che combacia con alcuni eventi che non solo potrebbero smentire quanto raccontato, ma allo stesso tempo mettere in discussione la professionalità e la serietà di tutti coloro che hanno deciso di boicottare in enorme quantità una tappa destinata a entrare nella storia del ciclismo.
Infortuni e forature? Ecco il reale motivo dei ritiri
Secondo quanto riporta Marca dalla Spagna, ad alimentare le incertezze sarebbe la presenza sul luogo, nel giorno della disputa, della CELAD, ovvero della Commissione spagnola per la lotta al doping nello sport. Un appunto che forse già spiega a quanto si sta per arrivare. Spesso nel ciclismo si è andati incontro a pesanti squalifiche dovuto all’uso del doping. L’utilizzo di sostanze proibite in questo mondo ha una rilevanza di gran lunga superiore rispetto agli altri, consentendo di acquisire potenza e brillantezza che vanno a ottimizzare la prestanza fisica e atletica di ogni singolo ciclista, in grado così di ottenere un risultato straordinario ma falsato.
Proprio in questo senso, per evitare di incappare lunghe sospensioni, gli ormai famigerati 130 ciclisti avrebbero voluto rinunciare ad arrivare fino alla fine dell’itinerario una volta saputo dell’arrivo della CELAD. Dotati di scuse o giustificazioni inventate e infondate, hanno detto addio all’Interclub Vinalopó, dandosi appuntamento alla prossima gara, ma soprattutto evitando l’obbligo di sottoporsi ai controlli. Un gesto che, come sottolineato, non è passato inosservato e che ha scaturito numerose critiche anche da parte di quelli che, al contrario, sulla scia dell’onestà e dell’amore per il proprio lavoro sono arrivati alla fine.
Tra questi vi è Álvaro Marzá, secondo classificato, che sul proprio profilo Instagram ha scritto: “Controllo antidoping a Villena = forature e ritiri. Non è una formula matematica, è pura realtà. Vediamo se prendono provvedimenti, questa è una pura battuta. A proposito, ho superato il controllo. La terza cosa che è successa“. Rabbia e ironia al quale il torneo ha risposto con un comunicato ufficiale: “Il Torneo Interclubs Vinalopó è orgoglioso di essere un evento che difende il ciclismo pulito e giusto. Siamo impegnati nella lotta al doping e crediamo che sia essenziale mantenere l’integrità dello sport e proteggere la salute dei ciclisti“.