Gran parte degli accessi abusivi alle banche dati hanno riguardato esponenti del centrodestra.
Lo ha specificato il procuratore di Perugia Raffaele Cantone ieri, durante l’audizione in commissione parlamentare antimafia: “Quanto alla tipologia degli accessi ci sono anche nomi rilevanti, c’è anche il nome della compagna dell’ex presidente del Consiglio che non era di centrodestra, ma certamente la maggior parte degli accessi ha riguardato esponenti del centrodestra”.
C’è un punto particolarmente rilevante che riguarda un presunto dossier di Striano sui fondi della Lega che la Procura ha intenzione di approfondire. Il finanziere, indagato nell’inchiesta della Procura di Perugia, “ha presentato una sorta di diario di tutte le pratiche che aveva fatto e ne abbiamo acquisito anche altre, tra cui quella sui fondi della Lega. L’attività sui fondi della Lega è uno degli oggetti di futuro approfondimento”, ha spiegato Cantone.
“Un dossier sui finanziamenti della Lega finito nei cassetti della Dna – che pure non aveva competenza – e non è stato trasmesso ad alcuna Procura distrettuale. Perché erano state raccolte quelle informazioni? Nel bel mezzo dello scandalo spioni, il giallo di questo dossier è l’ennesima notizia inquietante, su cui il parlamentare Gianluca Cantalamessa ha chiesto spiegazioni in commissione Antimafia a Giovanni Melillo e Raffaele Cantone”, dichiara la Lega in un comunicato. “Da anni la Lega subisce una campagna diffamatoria che poi viene smontata in Tribunale dopo anni di fango e vite rovinate: lo scandalo spioni conferma che si tratta di un vero e proprio attacco alla democrazia. Faremo di tutto per andare fino in fondo”.
In un’intervista ad Affaritaliani.it, il senatore della Lega e componente del Copasir Claudio Borghi punta il dito contro gli avversari politici: “Nel cercare di scoprire il malaffare, intanto venivano costruiti dossier falsi su operazioni sospette che non sono assolutamente un reato. I miei dati, da quanto ho saputo, sono stati spiati nell’agosto 2022, quindi esattamente prima delle elezioni politiche. La domanda che tutti si fanno, chi c’è dietro? Il faro di queste operazioni ossessive è su personaggi in particolare del centrodestra o Renzi e renziani, quindi usciti dal Partito democratico. E se pensiamo che il giornale che sembra essere il veicolo di questi dossier, Il Domani, è di proprietà di De Benedetti tutto fa pensare che dietro ci sia una regia politica intorno all’area del Pd. Non mi aspetto un coinvolgimento diretto del partito, sarebbe ancora più grave, ma è un fatto che queste operazioni sembrano mirate a colpire gli avversari politici del Pd. D’altronde non dimentichiamoci che De Benedetti è noto come la tessera numero uno del Partito democratico”.
Ai nostri microfoni, il deputato Anthony Barbagallo del Pd, componente della commissione parlamentare Antimafia, rimanda le accuse al mittente: “Queste allusioni non meritano alcun commento. Chi oggi tende a cercare i responsabili nel Pd non merita appellativi. È una strumentalizzazione squallida a cui noi non ci prestiamo”.
L’intera commissione Antimafia ci va piano con le accuse sui presunti mandanti di queste ricerche abusive, a partire dal vicepresidente Mauro D’Attis (FI): “Dobbiamo rispettare la Procura. Credo che farsi un’idea non abbia alcun valore. Anche perché non abbiamo nulla di acquisito agli atti. Dopo che la magistratura avrà fatto il suo lavoro, verificheremo cosa dovrà fare e potrà fare la commissione Antimafia”.
“Ritengo che prima di fare dei nomi, siccome si tratta di un fenomeno molto complesso, vanno letti i dati. Dopo aver ascoltato Melillo e Cantone abbiamo sicuramente un quadro più chiaro rispetto a due giorni fa. Le prossime audizioni ci faranno capire meglio”, aggiunge Filippo Melchiorre (FdI).
C’è poi chi porta avanti la tesi che dietro Striano ci sia stata una regia, come Pietro Pittalis di Forza Italia: “Il tenente non si è mosso da solo, c’è una regia ed è volta a destabilizzare il sistema politico”.
Sulla stessa linea c’è il collega di partito Pierantonio Zanettin: “Non mi permetto di fare illazioni, ma parrebbe strano che Striano l’abbia fatto solo con i giornalisti. Dovrebbe chiarire cosa l’ha spinto a commettere una quantità di reati così reiterata e numerosa. Inoltre, c’è questo mistero dei dati perduti dai computer e dai telefonini: che siano stati cancellati non fa altri che corroborare che ci siano stati dialoghi illeciti in quei sistemi informatici”.
Infine, Antonio Iannone (FdI): “La cosa preoccupante è che oltre al numero di accessi abusivi, ci sono accessi su determinate persone in costanza delle elezioni politiche. È un fatto che aggiunge gravità, perché è sospetto il momento di interesse”.