Dal vice-presidente del PPE Muresan, alla pentastellata Castelli e fino a Stefani della Lega che smonta qualsiasi tipo di rottura interna
Un appuntamento al quale manca ancora tanto tempo, ma i partiti e i candidati si stanno già muovendo. Il pericolo, a detta di tutti, sarebbero gli estremisti che in tutta Europa stanno avanzando sempre di più, anche per questo dal PPE e anche dal PSE gli appelli non si sprecano, anche nel trovare una certa unità interna. Non è facile mettere tutti insieme, soprattutto se ci sono esponenti come gli uomini di Orban che si muovono e mettono un po’ di timore all’interno del PPE. Ad avanzare e chiedere di stare attenti è Sigfried Muresan, uno dei politici romeni più influenti in questo momento tra Bruxelles e Strasburgo, oltre ad essere il Vicepresidente del Partito popolare europeo. “Siamo davanti all’incredibile avanzata di un partito populista, estremista e anti-Unione europea, per questo si deve andare uniti alle Europee con una lista congiunta tra le forze pro-Ue“.
Preoccupa la crescita per i tanti consensi che sta avendo Aur, una formazione politica di estrema destra che fino a quattro anni fa non esisteva ma che adesso rischia di prendere tantissimi voti anche all’interno dell’Europa, tanti si riconoscono in questo tipo di situazione, ma per Muresan si deve controllare quello che sta accadendo ed è un motivo in più per restare uniti. “Quelli dell’Aur non hanno soluzioni ai problemi, sanno solo criticare. Sono populisti e giocano con le paure dei cittadini. Negavano l’esistenza del Covid, erano contro la vaccinazione, contro le misure prese per proteggere la salute dei cittadini. Si tratta di una formazione anti-europea e quindi contraria alla solidarietà tra Paesi europei“. Secondo il vice-presidente europeo il loro consenso è cresciuto tanto durante la pandemia e ora è aumentato perché attaccano l’Europa. Ma non è l’unico argomento a tenere banco.
Il politologo: troppe elezioni, è follia. Stefani della Lega: Ma quali divisioni
Dall’Europa e al rischio di estremismo, si passa alle analisi del professor Feltrin, docente di scienza della politica all’Università di Trieste che fa un’analisi spietata di quello che sta succedendo da qualche tempo a questa parte e del pericolo che si corre e lo dice senza mezzi termini al Resto del Carlino: “Il primo aspetto è la follia di queste elezioni a getto continuo. Due anni fa, con un gruppo di studiosi, abbiamo redatto un libro bianco sull’astensionismo”. Secondo il professore ci sono troppe elezioni e la gente così si stufa perché non fa altro che andare a votare e questo non fa che allontanare le persone dalla politica e dalle scelte che dovrebbero fare. Il rischio che si possa vivere in una “campagna permanente“, è molto alto e questo a lungo andare è” che la gente non ne può più”, quindi non va a votare.
In tutto questo ci sono nuovi movimenti che nascono come quello di Laura Castelli, ex deputata del M5S che è stata anche vice-ministro dell’economia che parla di Sud chiama Nord il partito e la sinergia con Cateno De Luca dove c’è anche una figura storica della Lega come l’ex ministro della Giustizia Castelli (pure lui ndr). E insieme potrebbero creare un movimento da seguire con attenzione anche perché, come lei stessa spiega al Messaggero, “potrebbero esserci delle sinergie con la Lega“. Ed è da qui che parte un altro filone di queste europee, nel senso come ci si arriverà almeno in quel della Lega con una spaccatura interna da quanto dice l’eurodeputato e storico leghista come Da Re, ma qui interviene Alberto Stefano, il segretario della Lega in Veneto che spegne sul nascere ogni cosa e al Tempo sottolinea: “Ma quale divisioni, Salvini e Zaia viaggiano sulle stesso percorso, non sono da che basi e per quale motivo Da Re dica determinate cose, ma il percorso che stiamo facendo ci porta ad avere tanti amministratori, dirigenti e funzionari della Lega che ha messo in piedi Salvini. Non c’è nulla“. Sarà, ma soprattutto si vedrà se è così per davvero.