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Abruzzo, il politologo a Notizie.com: “Marsilio vince ma lo scarto è basso. Inquietante astensionismo a Chieti”

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Giovanna Sorrentino

Un film interessante con un finale a sorpresa. Ci si aspettava un distacco un po’ più netto, ma ancora una volta la partecipazione ha determinato questo elemento di suspence”.

L’analisi è del politologo Luca Verzichelli e riguarda le elezioni regionali in Abruzzo, che hanno sancito la riconferma di Marco Marsilio. Il presidente uscente di centrodestra ha vinto contro il candidato del campo largo con il 53,5% delle preferenze. L’altro 46,5% è invece andato a Luciano D’amico.

Abruzzo, il politologo a Notizie.com: “Marsilio vince ma lo scarto è basso. Inquietante astensionismo a Chieti” (Ansa Foto) – notizie.com

Secondo il presidente della Società italiana di Scienza Politica (Sisp) e professore ordinario dell’Università di Siena, il distacco tra i due concorrenti sarebbe potuto essere più netto, ma in ogni caso “è stato un finale logico. L’Abruzzo è una Regione caratterizzata da una lunga tradizione di moderatismo e conservativismo. Ricordiamo la Dc della Prima repubblica e la componente più moderata del centrosinistra nella Seconda repubblica. E da ultimo, è stata sempre solidamente legata al centrodestra”. 

Verzichelli non è d’accordo con il presidente Marsilio: “Credo che sia un’esagerazione parlare di fatto storico come si è affrettato a fare. Però credo che la sinistra debba ammettere che per la prima volta si è regalato al centrodestra abruzzese la conferma dello stesso governatore. E lo si è fatto con un candidato vicino al potere romano, ma non un leader imbattibile”.

Luciano D’Amico – Notizie.com – © Ansa

Professore, Marsilio ha anche dichiarato che il campo largo non è il futuro dell’Abruzzo e neppure dell’Italia. È d’accordo?
Marsilio ovviamente dice quello che il centrodestra vuole che dica. Era preoccupato della propria carica. Cosa sia il campo largo, Marsilio non lo sa e non lo sanno nemmeno gli attori stessi del campo largo. Con un centrodestra così forte, è del tutto logico che ci sia una coalizione più inclusiva possibile. Però deve avere delle idee e deve essere valutata sulla base della lealtà. Componente quest’ultima che non mi pare ci sia con Renzi che dice di sostenere il campo largo e nello stesso weekend elettorale fa un congresso dove sostanzialmente lo nega. E c’è il rapporto decennale non facilissimo tra Pd e M5S. Per certi versi è evidente che per Marsilio sia facile dire che il campo largo è un’utopia, ma penso anche che il centrodestra debba pensare a governare il Paese, cosa non facile e hanno anche dimostrato di avere problemi a farlo. Soprattutto se si pensa che si vince con uno scarto abbastanza sorprendente ma non così netto, considerando anche che la metà degli elettori non ha votato e con picchi di astensionismo in provincia di Chieti che cominciano ad essere abbastanza inquietanti”.

A proposito di affluenza. Il dato è 52,2%, il lieve calo rispetto al 52,87% del 2019. In Abruzzo è il dato più basso di sempre. La bassa partecipazione si traduce in preferenze tolte a Luciano D’Amico?
L’elettorato astensionista intermittente, cioè deluso dal proprio partito, ma non disponibile a votare la coalizione avversa, c’è in entrambi i campi. In questo caso, c’è stato e ha colpito D’Amico, impedendogli di raggiungere i 50mila voti che gli servivano per superare Marsilio. Forse con qualche punto in più lo scarto sarebbe stato più basso. Ma il vero problema che si lega all’astensionismo è che i cittadini vanno via partecipazione e dalla democrazia. E la provincia di Chieti che va sotto il 49% deve far pensare”

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Giovanna Sorrentino