In Abruzzo Forza Italia ottiene il 13,44% dei voti, attestandosi come secondo partito della coalizione di centrodestra.
Alle elezioni regionali che vedono vincitore Marco Marsilio, presidente uscente di Fratelli d’Italia, il partito di Meloni sbanca con il 24,10% dei voti, mentre la Lega si ferma al 7,56%.
Gli azzurri stanno esattamente al centro tra FdI e il Carroccio: “Sono soddisfatto perché siamo il partito del centro moderato, che ha senso di equilibrio e dimostriamo sempre più di essere il perno del centrodestra, con una crescita dal 9 al 13,44% che ci avvicina a Fratelli d’Italia. Tutto questo è una risposta al posizionamento politico di Forza Italia ma anche alla classe dirigente, che ha saputo crescere in questi anni e soprattutto dei nostri candidati che hanno dato massima testimonianza di presenza e radicamento sul territorio. FI sembra diventare sempre più la seconda forza e si assiste a un riposizionamento verso il centrodestra che fa ben sperare, perché dà una maggiore forza alla parte centrale dello schieramento: è importante per il futuro della coalizione”.
A parlare ai nostri microfoni è Nazario Pagano, deputato abruzzese di Forza Italia. Non è solo una vittoria per il suo partito, ma anche dell’intera coalizione di centrodestra: “Viene premiato il buon governo di Marsilio e del centrodestra, nel segno della continuità politico-amministrativa. Gli abruzzesi non si sono fatti influenzare dalla disinformazione e dalla campagna elettorale denigratoria che hanno mosso nei confronti suoi e della coalizione, facendo diventare il voto in Abruzzo un test nazionale. Il centrodestra è addirittura cresciuto: siamo passati dal 48 al 54% circa”.
Onorevole Pagano, il voto in Abruzzo influenzerà le altre Regioni chiamate a votare il nuovo presidente?
“Me lo auguro. Spero che questo risultato straordinario sia da stimolo e che possa far tornare gli elettori italiani vicino al nostro movimento politico. L’esito in Abruzzo può certamente influenzare le altre competizioni elettorali perché il voto ha spesso una componente emotiva. È ovvio che la motivazione che nasce da un partito in grande spolvero che in Abruzzo torna ad essere centrale, dà la misura di quanto oggi sia utile votare Forza Italia”.
Sarà lo stesso con le europee?
“Certo, perché sull’onda dell’entusiasmo s’è molto aspetto emozionale”.
Marsilio dice che il campo largo non è il futuro dell’Italia. È d’accordo?
“Loro lo chiamano campo largo, ma per me è un cartello elettorale. Non vedo nessun campo: loro stessi non amano giocare insieme e tra di loro non si amano. Conte non ama Renzi, che non ama Calenda, che non ama Conte e nessuno di loro ama Schlein: sono tutti differenti. I cittadini non hanno l’anello attaccato al naso, per questo la sperimentazione del campo largo è fallita in Abruzzo: hanno messo addirittura insieme tutto e il contrario di tutto. Gli elettori sanno che un conto è una sommatoria di sigle, un altro è un’alleanza che insieme possa governare. Se non si va d’accordo su nulla diventa difficile farlo”.
Anche in Abruzzo si conferma la tendenza all’astensionismo. L’affluenza è del 52,2% rispetto al 52,87% del 2019. Il calo è molto lieve, ma coerente con il resto d’Italia. Che ne pensa?
“Penso che sia sempre un peccato non andare a votare e che questo fenomeno diffuso in tutta Italia sia grave. Credo che sia equamente ripartito da una parte e dall’altra”.