Pierluigi Biondi, sindaco dell’Aquila, in esclusiva ai nostri microfoni dopo il successo di Marco Marsilio alle ultime elezioni regionali abruzzesi.
Presente alla conferenza stampa di Marco Marsilio, Pierluigi Biondi, sindaco dell’Aquila, in esclusiva ai nostri microfoni commenta la vittoria del suo centrodestra in Abruzzo.
Sindaco Biondi, è terminata una notte in cui il risultato non è mai stato in bilico.
“Sì, ma non parlerei di miracolo. Secondo me è il logico esito di un lavoro fatto in questi lunghi anni in favore della città dell’Aquila, dell’Abruzzo intero. Per troppo tempo abbiamo dovuto lottare per vedere riconosciuti i nostri diritti. Oggi c’è questa filiera perfetta che va dal capoluogo, passa per la regione e arriva al governo e l’Abruzzo è finalmente in condizione di uscire dall’isolamento in cui in passato è stato condannato“.
Insomma, l’Abruzzo non è diventato l’Ohio italiano. Però di fatto resta un test nazionale con la coalizione di centrosinistra che evidentemente non ha retto di fronte al test elettorale. Perché?
“Secondo me il centrosinistra ha fatto una campagna elettorale sbagliata. Non ha fatto capire ai cittadini le ragioni di un campo largo che si era messo insieme forzatamente. Ha avuto come suo unico argomento la denigrazione dell’avversario. Ha attaccato a testa basta senza dire cosa volesse per l’Abruzzo“.
Giorgia Meloni ha la capacità di imparare dalle sconfitte come dalle vittorie. Marsilio ha appena detto che non si deve litigare pubblicamente quando si sceglie un candidato. In Basilicata adesso secondo Lei la vittoria è alla portata?
“Il centrosinistra mi sembra che anche in Basilicata stia dimostrando le sue contraddizioni. In particolare, il M5s non accetta l’indicazione fatta da una parte del Pd su Chiorazzo. Ma d’altra parte è abbastanza fisiologico che delle forze come i dem, i pentastellati, Renzi e gli altri partiti siano incompatibili“.
Vuole dare anche Lei una definizione a questo campo larghissimo oppure basta con queste cose?
“Io direi basta con le definizioni. La cosa significativa è che non bisogna cercare a tutti costi un bipolarismo. C’è un centrodestra che ha dei valori comuni solidi e un centrosinistra che secondo me deve ricostruire la sua identità. Io non sono nessuno per dare consigli alla parte avversa. Ma se sgomberassero un po’ il campo da queste circostanze confliggenti, forse renderebbero un servizio al Paese. Capisco che è un percorso lungo, il Pd è disabituato a non gestire il potere, ma sembra l’unica strada percorribile“.
Intervista a cura della nostra inviata Luigia Luciani