Non è stata annunciata durante gli Oscar la vittoria di un documentario che racconta dal punto di vista ucraino il conflitto con la Russia
Il conflitto tra Russia e Ucraina non ha avuto ripercussioni solo sul piano politico, ma anche su quello culturale. Molteplici sono state le decisioni che, scaturite da schieramenti nazionali, hanno posto limitazioni tanto da una parte, quanto dall’altra. Una delle ultime in ordine cronologico ha riguardato la tanto attesa e celebrata Notte degli Oscar. Al termine della novantaseiesima edizione tra gli ucraini si è diffuso un sentimento di rabbia e frustrazione. Questo sarebbe scaturito da una decisione presa dagli autori dello show che ai loro occhi è risultata assurda e non condivisibile. Al centro della polemica vi è il documentario ‘20 giorni a Mariupol‘ prodotto e realizzato Mstyslav Chernov.
Svolto in collaborazione tra The Associated Press e “Frontline” della PBS, è uno straziante racconto vissuto in prima persona della terribile invasione russa del 2022. Una narrazione che si ambienta nella nota città portuale. Mostra dal punto di vista di un abitante il dolore e lo sconforto nell’assistere a quel che stava accadendo al proprio popolo. Un’opera che era riuscita a trionfare nella categoria dei ‘Migliori Documentari Internazionali’, tagliata però durante la cerimonia di premiazione.
Proprio così. Durante la celebre notte non c’è stato spazio per la consegna di questo premio, diffondendo uno sbigottimento generale. “Il nostro team è rimasto scioccato e profondamente deluso quando non abbiamo visto la categoria Miglior documentario nella versione internazionale, dove ’20 giorni a Mariupol’ è stato giustamente premiato” ha spiegato Lukian Halkin, produttore esecutivo del canale televisivo Suspilne Kultura, che poi ha anche aggiunto: “Il potente discorso di Mstyslav Chernov ha sottolineato l’unità tra l’Ucraina e il mondo. Questo rende ancora più deludente vedere tale episodio pieno di verità e potere escluso dalla versione distribuita ai licenziatari globali dell’Oscar“.
Secondo quanto spiega la Disney nel ruolo di agente ufficiale di licenza internazionale per l’Accademia delle arti e delle scienze cinematografiche, la scelta di non citarla sarebbe stata presa settimane prima della serata. Quella di omettere alcune categorie avrebbe alla base l’intenzione di accorciare i tempi dello spettacolo. Onde evitare fraintendimenti è giusto sottolineare la gioia nell’ottenere il tanto ambito premio, ma resta alla troupe ucraina l’enorme dispiacere di non esser potuta salire sul palco in rappresentanza della nazione. In tal senso Chernov ha detto: “Possiamo garantire che la storia venga chiarita e che la verità prevalga, e che la gente di Mariupol, e coloro che hanno dato la vita, non saranno mai dimenticati. Perché il cinema forma ricordi e ricordi formano la storia“.