Il patron della Lazio si concede al Tg1 e parla delle dimissioni del tecnico biancoceleste
“Le dimissioni di Sarri? Non me l’aspettavo, nessuno se le aspettava, è stato un fulmine a ciel sereno, ma Maurizio è stato tradito…”. Non si tiene Claudio Lotito, l’addio del tecnico biancoceleste ancora non l’ha digerito. E’ dispiaciuto e sorpreso per come è avvenuto. Certo, si consola nell’aver risparmiato 8 milioni di euro per il 2025, ma adesso è sincero e non ci pensa, gli dispiace davvero perché voleva vedere la sua Lazio risalire ed era convinto che con Sarri ci si poteva riuscire. Magari solo lui, ma queste dimissioni ancora non le ha mandate giù, poi a giugno, magari, ripenserà agli 8 milioni risparmiati e probabilmente sarà più sollevato rispetto adesso. Lui ce l’ha con la squadra, ecco perché non ha digerito l’allontanamento del tecnico così a sorpresa. “L’addio di Sarri non era nell’aria. Una cosa inaspettata, un fulmine ciel sereno. Stavo in Commissione di Finanza e mi hanno chiesto “Ma hai esonerato Sarri?” Gli ho risposto di no…“.
Su quanto è accaduto, Lotito non nasconde l’amarezza per come si è comportata la squadra e attacca: “Lui è stato un po’ tradito da alcuni comportamenti delle persone, c’è qualcosa di strisciante all’interno del gruppo. Se mi riferisco alla squadra? Io non mi riferisco a nulla”. La frase di Lotito che prima dice “qualcosa di strisciante all’interno del gruppo” e poi subito torna indietro dicendo che non si riferiva a nulla. Il classico e solito patron che lancia il sasso ma subito nasconde la mano perché vorrebbe dire ma non dice perché non vuole creare polemiche o mettersi contro tutti.
“Una squadra che batte il Bayern e poi perde con l’Udinese e non è solo con l’Udinese…fatevi una domanda e datevi una risposta. Ora si prosegue fino alla fine della settimana con Martusciello, non c’è scadenza per ora.
Su chi sarà il prossimo allenatore, Lotito risponde senza dire nulla come al suo solito: “Prossimo allenatore? Qui non siamo a Rischia Tutto a fare il toto-nome, questa squadra ha bisogno di un allenatore che nello stesso tempo utilizzi quello che si suol dire nel gergo “bastone e carota“. Oggi la squadra è arbitro di sé stessa, non ha alibi e non ha modo di scaricare su qualcuno le proprie responsabilità”. La verità è che la Lazio sta chiudendo con Tudor, ma prima di arrivare a Tudor, come al solito, si sono fatte le cosultazioni con tanti tecnici, giocando un po’ a rischiatutto. Ma nella Lazio, si sa, è il gioco che viene praticato da anni.