“Non c’è nessun condono e con il concordato preventivo biennale non verranno limitati i poteri di controllo”.
L’ultimo decreto attuativo aggiunge un ulteriore tassello alla più ampia riforma fiscale del governo Meloni. Prevede un periodo più lungo per saldare i debiti col fisco, tenendo conto delle difficoltà economiche dei contribuenti.
“Rappresenta appieno le intenzioni del governo e ancor più della maggioranza quando si è presentata agli elettori, di rappresentare il fisco in modo meno oppressivo e attento alle esigenze dei contribuenti”. Lo dichiara ai nostri microfoni il deputato Marco Osnato di Fratelli d’Italia.
“Nessun condono”
“Non è una resa nei confronti della lotta all’evasione e non c’è nessun condono come qualcuno fa credere, ma solo l’idea che chi vuole pagare ma non riesce va aiutato con una dilazione nel tempo”. L’allungamento dei tempi arriva fino a 120 rate mensili.
A partire dal 2025 arriverà il discarico automatico per le cartelle non riscosse entro cinque anni. “L’agenzia delle riscossioni avrà indicazioni più puntuali nella convenzione annuale, quindi, se non si riesce a far pagare il dovuto entro cinque anni, bisognerà trovate altre strade per ottemperare oppure il credito potrà diventare inesigibile”.
Cos’è è come funziona il discarico automatico
Ma come funziona? Osnato dichiara che “in Italia ci sono un miliardo e 200 milioni nel cosiddetto magazzino fiscale, che nessuno è riuscito a incassare. Su questo punto il governo farà una pulitura con una commissione creata ad hoc con a capo un magistrato della Corte dei Conti, funzionari e dirigenti dell’Agenzia delle Entrate”.
Tuttavia, il deputato spiega che “non c’è nessun condono di quei 5 anni. Se per mille ragioni non si è riusciti a far rientrare i crediti, questi restano validi. Ritornano all’ente creditore (Entrate, Comune, Stato ecc) che valuterà se cercare di far adempiere. Se entro due anni ci sono state modifiche della situazione reddituale del debitore, potrà restituirlo all’agenzia di riscossione per cercare di recuperare l’adempimento”.
Il concordato preventivo biennnale
Secondo le opposizioni il concordato preventivo biennale limita i poteri di controllo. Osnato spiega che “è una forma di adempimento collaborativo in cui l’amministrazione finanziaria e il contribuente concordano una congruità fiscale a seconda dei dati che l’Agenzia delle Entrate ha a disposizione, avvalendosi anche dell’IA. Formula una proposta e il contribuente deciderà se accettare o meno. Se accetta, pagherà quanto concordato e non avrà altri adempimenti da svolgere e non subirà controlli, salvo che non agisca con dolo”.