Nel corso di una intervista che ha rilasciato al quotidiano “La Stampa” è intervenuto il nunzio apostolico a Kiev, Visvaldas Kulbokas
Le ultime affermazioni di Papa Francesco non sono affatto piaciute agli ucraini. A cercare di fare chiarezza in merito alle sue dichiarazioni ci ha pensato Visvaldas Kulbokas, nunzio apostolico a Kiev, che ne sta parlando in quasi tutte le interviste che sta rilasciando in questi giorni. E ne sono parecchie. Questa volta ne parla al quotidiano “La Stampa” dove è assolutamente contrario al pensiero di Bergoglio che vorrebbe l’Ucraina alzare bandiera bianca e iniziare a trattare con Vladimir Putin.
Dopo l’intervista del Santo Padre, Kulbokas è stato convocato dal ministero degli Esteri ucraino. Non ha rivelato le tematiche, ma ha ammesso di esserne uscito molto soddisfatto. Cercheranno, in ogni modo, di trovare quante più soluzioni possibili per la pace. Parole che, però, hanno ferito gli stessi ucraini che si sentono amareggiati. Segno del fatto che la preoccupazione aumenta sempre di più. Una intervista che, rivela il nunzio apostolico, interpretata come una constatazione della sconfitta.
Respinge le accuse di chi ha annunciato che il Papa possa essere filorusso, anche se allo stesso tempo conferma di aver ricevuto moltissime domande del genere. Tantissime sono le telefonate che riceve dagli ucraini, addirittura qualcuno gli avrebbe anche chiesto se il presidente russo avesse soldi nel Vaticano e non solo: anche perché il Papa non si presenta in Ucraina per dare un forte ed importante segnale allo stop del conflitto.
Proprio il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, ha nuovamente invitato il Santo Padre in Ucraina per visitare i milioni di fedeli che ci sono nel Paese. Ucraini che si domandano per quale motivo, nei suoi discorsi, il Papa non menziona mai la Russia. Nelle sue parole Kulbokas prova a “giustificarlo”: “Intendeva dire basta morti”.
In conclusione rivela: “Gli ucraini temono che se venisse aperto un negoziato significherebbe abbandonare in pasto a Putin tutti i concittadini che in questo momento vivono nei territori russi. Con conseguenze pesanti per la gente. Il Vaticano? Continuerà ancora a mediare, anche perché si tratta di un impegno soprattutto preso nel campo umanitario“.