“Ritirare la candidatura di Domenico Lacerenza o promuoviamo il polo dell’orgoglio lucano”. E’ la richiesta di attivisti, sindaci, amministratori sindacalisti e dirigenti del Pd e del centrosinistra lucano formalizzata in un documento diffuso da Giovanni Petruzzi, all’epoca coordinatore della mozione Cuperlo
“Penso che da molto tempo è in atto un tentativo da parte di Giuseppe Conte di comandare nel campo cosiddetto progressista. Mercoledì ne abbiamo avuto la prova. Io avevo sentito Elly Schlein in mattinata per capire qual era un candidato che loro potessero sostenere, lei mi ha detto che non aveva nomi e che ovviamente lo avrebbe condiviso prima.
E poi ci hanno fatto trovare non solo un nome, ma anche una coalizione già fatta che recepiva un veto di Conte su Azione. Ne prendiamo atto”. Così il leader di Azione Carlo Calenda intervistato da Il Corriere della Sera. “Non si è mai visto nella storia che un partito come il Pd accetti veti da uno che vale la metà del Pd, non sa scegliere tra Biden e Trump, vuole la resa dell’Ucraina. Il Pd fa finta di niente, pensando di addomesticare il populista, ma è il populista che sta addomesticando loro” aggiunge. “Alle prossime elezioni politiche il centrosinistra candiderà alla presidenza del Consiglio Conte, perché questa, per lui, è l’unica condizione per accettare di fare un’alleanza. Quelli del Pd stanno andando a finire così. E tutto ciò, mi spiace dirlo, sta avvenendo nel silenzio dei riformisti del Pd. Alla fine come si sono fatti andare bene il Conte 2 si faranno andare bene Conte leader” conclude poi Calenda.
Ma a distanza di una sola giornata dalla “scelta” che ha diviso, o meglio spaccato, il campo largo per la designazione del candidato di centrosinistra alle prossime regionali in Basilicata di Domenico Lacerenza, dottore oculista, barlettano di origine e venosino di adozione, la stessa candidatura sarebbe già pronta ad essere messa da parte. Tensione a livelli altissimi dentro la coalizione che sfiderà alle urne il 21 e il 22 aprile l’uomo del centrodestra, nonchè presidente di regione uscente Vito Bardi. Il territorio, il pd lucano soprattutto, non appare convinto (per usare un eufemismo) di Lacerenza: “Ritirare la candidatura di Domenico Lacerenza o promuoviamo il polo dell’orgoglio lucano”. E’ la richiesta di attivisti, sindaci, amministratori sindacalisti e dirigenti del Pd e del centrosinistra lucano formalizzata in un documento diffuso da Giovanni Petruzzi, all’epoca coordinatore della mozione Cuperlo. Petruzzi ha definito anche “quanto mai opportuno ed urgentissimo” che sia convocata la direzione regionale del Pd, “che non ha mai discusso né deliberato la candidatura a presidente di Lacerenza”.
“L’individuazione verticistica del candidato Presidente della Regione – è scritto nel documento – senza alcuna forma di confronto e di condivisione con chi quotidianamente vive nelle trincee del territorio lucano, offende la dignità e l’autonomia del popolo lucano che si riconosce nel centrosinistra e rischia di regalare, senza neanche l’onore delle armi, altri cinque anni di non governo Bardi ai nostri avversari politici del centrodestra”. Secondo i firmatari del documento, vi sono “le condizioni politiche per un ravvedimento operoso, ci appelliamo a tutte le forze, politiche e civiche, del centrosinistra affinché si azzeri la situazione e si converga sull’indicazione della migliore candidatura possibile per sconfiggere il centrodestra, che per noi continua ad essere quella di Angelo Chiorazzo, o in alternativa su una candidatura effettivamente espressione del territorio, magari forgiatasi nell’impegnativa funzione quotidiana di guidare uno dei nostri meravigliosi Comuni. Se questo appello non fosse accolto in tempi rapidi, valuteremo le condizioni per promuovere autonomamente un innovativo polo dell’orgoglio lucano, che tenti di contrastare direttamente alle elezioni regionali del 21 e 22 aprile prossimi sia il Centrodestra che il formato bonsai, romanocentrico, di centrosinistra, che, forse, si realizzerà a sostegno di Lacerenza”.
Il documento parla anche di “oligarchica indicazione” di Lacerenza, definito “stimato professionista completamente a digiuno di politica, per sottostare agli incomprensibili veti del M5s”: tale scelta “mortifica le energie popolari” che si erano raccolte intorno ad Angelo Chiorazzo, che il Pd lucano, “con ben due pronunciamenti aveva ritenuto il miglior candidato possibile”. E intanto a Roma, dentro e fuori dai palazzi, Fratoianni, deputato di AVS e Lorenzo Guerini autorevole esponente e parlamentare dem, non sciolgono i dubbi, semmai li rincarano, sulla crisi (ennesima) in seno al campo largo.