“Molti italiani hanno dimenticato, ma è un grande errore: bisogna tener viva la memoria affinché quanto accaduto durante il Covid non si ripeta più”.
A parlare in esclusiva ai nostri microfoni è Cassandra Locati, presidente di #Sereniesempreuniti – Associazione Familiari vittime Covid-19, in occasione della Giornata della memoria della pandemia, dedicata alle persone che hanno perso la vita.
“Abbiamo organizzato un evento ieri ad Albino, per mantenere vivo il ricordo, perché l’errore più grande è dimenticare ciò che la pandemia ci ha portato via”.
Cassandra Locati ha perso il padre nella fase più critica, quando il mondo stata cominciando a combattere contro un virus sconosciuto e in Italia le terapie intensive erano in affanno. Da allora, “la vita di molti italiani che hanno perso qualcuno è cambiata radicalmente – spiega – La modalità disumana con la quale ci sono stati portati via i nostri cari non ha permesso l’ultimo saluto e l’elaborazione del lutto. Non ho più visto e sentito mio padre. Uscì di casa con le sue gambe e l’ho visto tornare in un’urna. Si va avanti con la vita, lo faccio per il mio papà, ma oggi è tutto diverso”.
Cassandra vive in provincia di Bergamo. Nelle ultime ore sui social ha postato la foto diventata tristemente famosa che ritraeva le bare trasportate dall’esercito. Il padre era proprio su quei camion: “Qualcuno ancora oggi sostiene che sia stata una finzione, ma ho imparato ad ignorare quella gente e a continuare a combattere per ciò in cui credo”.
Esistono due tipi di memorie: quella di chi non ha perso un proprio caro e quella di chi invece ha subito un lutto durante la pandemia: “In tanti hanno dimenticato, ma credo che solo chi ha passato il nostro stesso dolore può non dimenticare. Tutti gli altri… non lo so”.
Un mese fa il Parlamento ha istituito la commissione di inchiesta Covid, che si occuperà di fare chiarezza allo scopo di non ripetere più gli stessi errori: “Sarà fondamentale”. Cassandra ne è sicura: “In Italia è stata istituita tardi, dopo quattro anni, quando in altri Paesi già esisteva. Comunque anche secondo i nostri legali è un bene che sia stata istituita, è un punto di partenza per cercare eventuali responsabilità. La Procura di Bergamo ha svolto un lavoro immenso, portando a galla una documentazione importante. Spero che anche la commissione di inchiesta la prenda in esame e parta da lì per capire cosa è stato fatto e cosa no”.
La prima fase della pandemia Covid-19 fu la più difficile, una vera e propria tragedia per l’intero Paese: “Siamo stati lasciati soli dalle istituzioni”, racconta Cassandra. “Qui a Bergamo non c’erano le bombole di ossigeno, chiedevamo disperatamente i tamponi, non c’erano i reagenti: un isolamento totale. Non potremo mai dimenticare. Ho fisso nella mente il momento che mio padre non si sentiva bene, quando fu ricoverato e quella telefonata in cui ci dissero che non ce l’aveva fatta”.