Quanto sta succedendo in Ucraina e quanto è avvenuto in Russia con le ultime elezioni “non deve distogliere l’attenzione dal continua in questo modo per aiutare Kiev”
“Si deve andare vanti, senza pensare a tutto quello che si dice da più parti, è una situazione inaccettabile e più si va avanti, più peggiora“. Mai abituarsi, mai mollare e mai arrendersi a quella che è l’evidenza di una stato come la Russia in questo caso che è entrata in un paese libero e sovrano senza alcun permesso. A cominciare il braccio di ferro con i Paesi democratici ma anche con la democrazia stessa, intesa come tale, è stato solo Vladimir Putin, nessun altro. “Non si può accettare tutto quello che si vedendo e non si può accettare che ci sia qualcuno che provi in qualche modo a capire la situazione, non si può capire e non si può accettare”, parole dure quelle di Bernard Guetta il giornalista ed eurodeputato del gruppo Renew Europe.
E’ una guerra nella guerra, soprattutto gestita dalle fake news, da chi le spara più grossa, tanto che il ministero della Difesa di Parigi ha smentito il direttore del Servizio segreto russo, Sergey Naryshkin, che aveva riferito dell’invio di un contingente militare francese di 2.000 uomini. “Adesso Putin si chiederà se dovrà lanciare o meno la mobilitazione generale. Non l’ha fatto prima delle elezioni per paura di provocare un malcontento, ma ora il presidente russo è costretto a prendere una decisione“, ha precisato Guetta.
L’Europa si sta provando a organizzare per rispondere nel modo migliore e le sanzioni non sembrano bastare, tanto che Macron ha perfino lanciato l’ipotesi di mandare delle truppe. “Ma perché lasciarlo tranquillo a Putin? Bisogna farlo preoccupare. Ma questo non significa inviare truppe“. I governi europei però non stanno fermi e stanno cominciando ad alzare i toni, ad eccezione di Budapest e di Orban, tutti gli altri sono uniti e concordi a cominciare ad essere più cattivi.
Da chi è convinto a chi cerca di dribblare sempre sul discorso della Russia, e siamo ai Cinquestelle che con il capogruppo alla Camera Francesco Silvestri prova ad argomentare e almeno sulle elezioni non ha dubbi: “Quello non è stato un voto, ma pura e semplice propaganda, su quanto ha detto Salvini, ovviamente non lo condivido, ma è un problema istituzionale non certo nostro”