Nel corso di una intervista che ha rilasciato al quotidiano “Il Foglio” è intervenuto l’ex ministro dell’Interno, Annamaria Cancellieri
Una settimana che sta per concludersi dove non sono affatto mancate le polemiche dal mondo della politica. In particolar modo dalle ultime notizie che arrivano da Bari dove la commissione firmata dal ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha messo non poco in difficoltà il sindaco del capoluogo pugliese, Antonio Decaro. Proprio quest’ultimo ha definito la mossa, da parte dell’esponente del governo, come un “atto di guerra” nei confronti suoi e della città.
Parole che, però, non trovano la condivisione da parte di una che è stata ministro dell’Interno in passato. Si tratta di Annamaria Cancellieri che, nel corso di una intervista rilasciata al ‘Foglio’, si è schierata completamente dalla parte di Piantedosi approvando la sua mossa. Tanto da affermare che la sua commissione ispettiva non è assolutamente da considerarsi come un atto di guerra contro il Comune di Bari.
Insomma, si trattava di un atto dovuto per lei. Alla domanda del giornalista se anche lei avesse optato per questa scelta la risposta non si è fatta attendere: “Certo che lo avrei fatto anche io. Ricordo ancora il caso analogo che si verificò a Reggio Calabria e la sofferenza. Fu una decisione sofferta che mi ha lacerato“.
Sempre su Bari, l’ex ministro dell’Interno e della Giustizia (dei governi Monti e Draghi) ammette che può parlare “a naso” e come farebbe un ex prefetto. Su De Caro, invece, comunque spende parole dolci affermando che da questa situazione ne può uscire più forte, ma solamente se non si fa l’errore di buttare questa vicenda in politica. Ha consigli da dare sulla destra di governo, ovvero quello di non fare un uso scellerato della decisione. Sarà compito della commissione, ma i partiti ne devono restare fuori.
Un compito, una mossa, una decisione non facile per Piantedosi. Su questo la Cancellieri lo sa molto bene: “Lo conosco molto bene visto che lavorammo insieme a Bologna. E’ una persona molto rigorosa e sa bene quello che fa. Per ogni ministro dell’Interno questa è una prova terribile. Quando si scioglie un comune per mafia si toglie la vita democratica a una comunità, si dovrà scegliere un commissario che non è stato eletto e che dovrà gestire un ente“.